SERGIO GUASTELLA O DELLA CONCRETEZZA

“Noi non facciano parte della classe politica che pensa a se stessa ma siamo persone che vogliono vivere in una città normale, non in una città di eguali, ma di diversi che abbiamo però eguali opportunità, in una città che deve convogliare le risorse economiche per risparmiare ma solo sulle spese inutili, clientelari o da sperperare; una città non ghettizzata che sappia anche favorire l’integrazione degli immigrati, che pensi ai giovani, che tenga conto del concetto di legalità come etica amministrativa trasparente e, una città  che molti si aspettano “bella”, insomma.

Non le manda a dire Sergio Guastella nel suo secondo incontro con la stampa e con i suoi supporters per le primarie del 6 febbraio. Alle domande incalzanti, volutamente provocatorie, a volte davvero impertinenti dei giornalisti “l’Avvocato candidato” non ha perso una sola volta il suo storico aplomb di uomo che ha ricominciato a credere nella politica come strumento di scelta delle strategie per incidere in una città di 75 mila abitanti da gestire con la modernità del terzo millennio, ma con la saggezza della tradizione. Davvero una difficile scelta per gli iscritti ed i simpatizzanti del pd che dovranno dire fra poco di si a Barrera o a Guastella, due candidati che per certi si somigliano.

Che palesano anche delle profonde differenze ma che in definitiva sono due “galantuomini” che smetteranno di farsi la “guerra” fra poco e collaboreranno per raggiungere l’obiettivo comune di togliere dalle mani di Dipasquale l’amministrazione della città. Scelta difficile dicevamo, ma sicurezza totale di affidare, comunque vada, la città nelle mani di persone valide ed oneste nel senso politico oltre che personale del termine. A domenica 6 febbraio dunque sempre che nel frattempo  non succeda il colpo d’ala che molti si aspettano per l’esercito ragusano.

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