SE DICO FOGLIA DI POMODORO…

Se durante una degustazione guidata ci capita di sentire come termine descrittivo la foglia di pomodoro, siamo sicuri che si tratterà di un vino bianco a base di uva sauvignon. Il termine descrittivo foglia di pomodoro è, infatti, quello che rende meglio l’idea della sensazione verde che possiede questo vitigno.
D’origine francese, il sauvignon trova la sua migliore espressione nella Loira e in misura minore, perché accompagnato da altri due vitigni, nel Bordolese.
Questo vitigno ha ottenuto un enorme successo nei paesi di nuova enologia, come la California, l’Australia, il Cile, ma soprattutto la Nuova Zelanda, dove ha trovato una seconda patria. Il successo è stato di tale portata, che oggi è il secondo vitigno a bacca bianca, dopo lo chardonnay, più diffuso nel mondo. In seguito a questo  successo, dal Nuovo Mondo si è diffuso anche nei paesi di tradizione vitivinicola, come la Spagna e l’Italia.
Il sauvignon, però, comprende una serie di vitigni, anche se con questo termine ci si riferisce al sauvignon blanc, mentre si tende a specificare, quando ci si riferisce alle altre varietà appartenenti a questa famiglia.
Il nome di questo vitigno deriva dal termine francese sauvage, poiché esso possiede notevoli similitudini con le viti selvatiche Labruscae.
Il classico sentore vegetale di questa vite ha fatto sì, che questa venisse definita come uva semiaromatica e, per alcuni, è da considerarsi a tutti gli effetti un’uva aromatica. Inserire il sauvignon nella categoria delle uve aromatiche, come i vari moscato, il gewüstraminer, le malvasia aromatiche e altri, risulta essere un azzardo. Se effettivamente il sauvignon può dare nettamente queste sensazioni vegetali di foglia di pomodoro, è anche vero che non sempre le dà.  Difficilmente un vino Poully-Fumé, una AOC francese da uva sauvignon possiederà sensazioni vegetali definibili con il termine foglia di pomodoro. Effettivamente questa sensazione vegetale del sauvignon si deve semplicemente a un problema di maturazione dell’uva. Il sauvignon, quindi, non è assolutamente un’uva aromatica ed è semi aromatica nella misura in cui lo è anche lo chardonnay, cioè per la semplice diffusione del vitigno che lo ha reso abbastanza riconoscibile tra i consumatori.
In Italia, in particolare nel Veneto e nel Friuli Venezia-Giulia, il sauvignon è indentificato con le sensazioni vegetali di foglia di pomodoro ed è convinzione di molti, tra distributori, produttori e consumatori, che queste siano le sensazioni tipiche di questo vitigno. In difesa del consumatore va detto che è la normalità trovare sauvignon in queste regioni, e non solo, con questa chiara sensazione vegetale. Essa è così diffusa, che oramai se un sauvignon non presenta questa caratteristica non viene ritenuto di qualità. La richiesta da parte del mercato italiano di questo tipo di sauvignon ha spinto molti produttori ad adeguarsi a questa filosofia. È, quindi, abbastanza usuale riscontrare un sauvignon con note così marcatamente vegetali, se non decisamente la norma.
La forte spinta vegetale del sauvignon non maturo, fa sì che le altre caratteristiche del vino, quando le ha, passino impercettibili o comunque nascoste. A questo punto non ha molto senso spendere una certa cifra per un vino da cui cerchiamo solo la sensazione olfattiva della foglia di pomodoro. Poiché, se è vero che magari una bottiglia più cara possiederà maggiore polpa, maggiore eleganza e meno solfito, è anche vero che il bagaglio olfattivo sarà comunque monopolizzato dalla sensazione vegetale, che tenderà a nascondere tutto il resto.
Fortunatamente esistono versioni di sauvignon, soprattutto nel Friuli Venezia-Giulia, molto più complesse e che sebbene presentino quei caratteri di accentuata freschezza, questi sì tipici del vitigno, danno molto più spazio al frutto e alla mineralità del territorio.

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