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Scicli non dimentica. Cerimonia al cimitero per la benedizione dei resti mortali di otto migranti morti nello sbarco del 30 settembre 2013 a Sampieri
21 Dic 2024 13:11
E’ stato il sindaco Mario Marino e gli assessori Enzo Giannone e Concetta Portelli a presenziare al saluto religioso agli otto migranti di nazionalità eritrea e di fede cattolica coopta che erano stati seppelliti al cimitero di Scicli dopo le formalità di rito legate allo sbarco del 30 settembre 2013. Presente anche il dott. Sandro Gambuzza che, durante quel tragico evento, nella qualità di ex assessore dell’allora giunta in carica si spese per dare degna accoglienza e sepoltura alle salme con al fianco un missionario vincenziano di nazionalità eritrea, Padre Kefle. Ad officiare il rito religioso, questa mattina nella nuova ala cimiteriale, sono stati Padre Ignazio La China e Padre Giuseppe Agosta, due sacerdoti che hanno seguito in quei momenti drammatici le procedure di riconoscimento, di saluto con rito religioso e di seppellimento. I resti mortali, recuperati nei giorni scorsi dal campo numero 7 del cimitero cittadino, sono andati custoditi in singole cassettine secondo quanto prevede la legge e rinchiusi nelle cellette ossario. Erano i giovani morti nel naufragio sulla spiaggia di Sampieri. Allora tre migranti vennero trasferiti nel reparto dedicato ai musulmani del cimitero di Ragusa e dieci rimasero nel cimitero di Scicli. Al momento le operazioni di esumazione hanno interessato solo otto salme, nel mese di gennaio si proseguirà con le altre due per completare l’ala destinata ai morti di fede cattolica.
Era il 30 settembre del 2013 quando scattò l’allarme. Un grande barcone si era arenato.
In esso viaggiavano circa duecento persone. Alcune si sono salvate altre sono morte. Quella mattina (e per l’intera giornata) a Sampieri era stato un andirivieni di carri funebri mentre anche uomini delle istituzioni aiutavano a trasferire dalla spiaggia le tredici salme al cimitero di Scicli. Fu un evento tragico che scosse l’intera città e la provincia per la “cattiveria” con cui i scafisti che si trovavano a bordo del barcone avevano maltrattato i migranti costretti a buttarsi in mare colpendoli a cinghiate. Alcuni si salvarono, altri morirono. Scicli non dimentica ed oggi la cerimonia di benedizione nell’attesa che vengano eseguite anche le altre esumazioni dei sedici migranti seppelliti nel cimitero di fede musulmana dopo il naufragio del novembre 2005.

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