“SAN GIORGIO E SAN GIOVANNI COME DICOTOMIA PER LA RICERCA DI UNA IDENTITÀ.”

“ San Giorgio e San Giovanni come dicotomia per la ricerca di una identità.” È la conclusione a cui è arrivato, ieri sera, l’archeologo Saverio Scerra dopo aver ascoltato le impressioni degli intellettuali che, animando la terza conversazione del ciclo “Mito/Mania” organizzato dall’associazione Pergamo, tenutasi all’auditorium della chiesa di San Rocco a Ibla, hanno cercato di rendere visibile l’invisibile. “Identità che, – ha continuato Scerra- nella città di Ragusa, distingue un aspetto dominante da una cultura subalterna, quale potrebbe essere quella dei sangiovannari, nuovi venuti, e quindi San Giovanni rappresentare il tentativo di integrazione del nuovo rispetto a ciò che già esisteva.” Scerra ha poi cercato di “salvare” la figura del drago che diventa simbolo di negatività nel mondo cristiano mentre nel mondo antico era espressione di una chiara sacralità. “Simbolo di Gea, la madre terra per eccellenza – ha detto l’archeologo – ma anche di Erittonio, custode dell’Acropoli, o pensiamo ancora a Python, il serpente delfico, e ad Asclepio. Alcuni simboli del paganesimo fagocitati dalla cultura cristiana, vengono rappresentati come espressioni negative, ma non nella loro negatività intrinseca bensì come trionfo del Cristianesimo su ciò che un tempo rappresentava ogni forma di razionalità del mondo antico”.

Di grande impatto la riflessione di Olga Cellentani, psicoterapeuta della Società italiana di psicoterapia psicoanalitica. “Il drago, nella cultura occidentale – ha detto – rappresenta sempre un essere, una creatura malefica, portatrice di morte e distruzione. In quella orientale è segnale e presagio di fortuna e abbondanza. Nel drago, dunque, la nostra cultura proietta e rappresenta il Male, nel senso che gli dà una forma, un comportamento, persino dei desideri, così da renderlo conoscibile e affrontabile. L’ombra, come in uno specchio, ci rimanda la nostra immagine interiore che nessun trucco può mascherare. Ineluttabile e impietosa ci segue ovunque nonostante tutto ciò che vogliamo far sembrare di essere. E’ la figura portatrice dei nostri limiti. Dei nostri pensieri, desideri e impulsi più segreti e negativi che non osiamo confessare neppure a noi stessi. Così, afferma Jung, ognuno di noi è seguito da un’ombra. Meno questa è incorporata nella vita conscia dell’individuo, tanto più è nera e densa. Possiamo così immaginare che la parte antica di Ragusa, denominata Ibla, che si riconosce attorno al culto di San Giorgio rappresenta l’aristocrazia, la tradizione e il passato che proietta sulla parte nuova della città, che si riconosce attorno al culto di San Giovanni, la sua difficoltà ad accettare il cambiamento. L’ombra del rifiuto, negato e nascosto, di dover fare a meno di tutti i privilegi che la loro appartenenza sociale aveva fino a quel momento garantito. Ma nello stesso tempo la nuova classe emergente di borghesi e imprenditori ha proiettato, opponendo a San Giorgio San Giovanni, l’arcaico doloroso sentimento di inferiorità e miseria della loro storia collettiva e familiare”. Interessante anche il contributo fornito da don Mario Cascone, docente di Teologia morale all’istituto teologico “San Paolo” di Catania.

“Il culto a San Giovanni e a San Giorgio – ha spiegato – oggi non è più visto a Ragusa in termini di conflittualità ma di integrazione”. “Il culto a San Giorgio viene visto come la lotta al drago – ha aggiunto – cioè al demonio e quindi al padre della menzogna, al divisore, al grande accusatore, all’omicida. Il culto a San Giovanni si inquadra, invece, nel simbolismo del non licet, di questo dito puntato contro la corruzione morale e quindi è interpretato come stimolo a coniugare la libertà con la verità morale” Il sociologo e biblioteconomo della Sovrintendenza di Ragusa, Renato Meli, ha puntato l’attenzione sullo stato degli archivi delle due realtà ecclesiastiche. “Archivi che, attraverso un progetto organico – ha specificato – potrebbero essere ulteriormente valorizzati, diventando agenzie culturali nel momento in cui saranno utilizzati con criteri standard. L’archivio è un bene comune perché prodotto dalle comunità delle generazioni passate e va valorizzato utilizzando la sinergia di tanti attori, sia enti locali, sia enti civili che religiosi, ma anche la concordia della comunità all’interno delle comunità. Questo genere di archivi sono un tassello troppo importante per capire la storia della nostra città. Storia che, a volte, è dipinta da altri mentre questi documenti possono fornire indicazioni definitive e certe”. Infine il poeta e scrittore don Carmelo Mezzasalma ha poi cercato di sottolineare come San Giorgio e San Giovanni costituiscono l’emblema di una identità e di una forte religiosità. Lo stesso Mezzasalma, che è anche docente di Conservatorio, ha tenuto, a fine serata, un concerto di organo, nella chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, che ha fatto registrare grande consenso. Gli appuntamenti di “Mito/Mania” proseguono anche domani, venerdì 23 settembre. Alle 10, percorso architettonico devozionale di San Giovanni con la guida di Giorgio Veninata. Punto d’incontro la chiesa di Sant’Agnese a Ragusa Ibla.

Nel pomeriggio, a partire dalle 17,30, all’auditorium San Rocco, gli psicoterapeuti Annapaola Giannelli e Calogero Minacapilli soffermeranno sul tema “Quello che i gruppi non dicono i santi raccontano”. Gemma Trapanese, psicoanalista, relazionerà, invece, su “La danza dei sette veli e la genealogia dell’incesto”. Margherita Bonomo, ricercatrice di Storia contemporanea dell’Università di Catania, parlerà di “Margherita, Margherita, un solo tuo bacio potrà salvarmi dal Faust di Goethe”. Ci sarà anche il critico d’arte Paolo Nifosì (“San Giorgio-San Giovanni Battista, due architetture a confronto”) mentre i lavori saranno moderati da Giuseppe Traina, docente dell’Università di Catania, sede di Ragusa. La chiesa delle Anime sante del Purgatorio ospiterà alle 20,30 il concerto di Ruggero Laganà, compositore e clavicembalista, docente al Conservatorio Verdi di Milano.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it