Salvare la spiaggia di Micenci abbassando la falda che determina il ristagno dell’acqua. La proposta è del Comitato Micenci

Riuscire a riattivare il normale flusso delle acque dalla sorgente principale evitando la creazione di sorgive a monte. E’ Laura Maccioni per il Comitato Micenci a firmare la nota inviata al primo cittadino secondo la quale solo un abbassamento della falda ripristinerebbe la spiaggia asciugandola dall’acqua che vi ristagna. “Da verificare anche la condizione di esercizio del canale delle acque bianche di Via Lido e l’eventuale presenza di pozzi a perdere che, oggi, contribuiscono a rimpinguare la falda con risalita della stessa” afferma la Maccioni.

I frangiflutti hanno influenzato lo stato dell’arenile?

 
“Con la costruzione delle barriere frangiflutti, antistanti il litorale, avvenuta negli anni Ottanta e l’ampliamento della spiaggia, la sorgente si è ritrovata all’interno del tombolo della prima barriera e di conseguenza è più soggetta ad ostruzione a causa dell’insabbiamento con conseguente diminuzione della pressione in uscita – spiega nella sua nota la portavoce del Comitato Micenci – diversi sono gli interventi possibili, alcuni temporanei altri risolutivi. Come intervento a breve termine in situazione di emergenza, proponiamo di ricolmare con sabbia tutto la spiaggia posta a monte della sorgente e soggetta ad allagamento per uno spessore di almeno mezzo metro.
Per questa operazione si potrebbe fare ricorso alla sabbia accumulata nel tombolo a valle della sorgente che si forma tra la barriera e l’originaria linea di riva. L’operazione, periodicamente ripetuta, dovrebbe favorire anche, seppur in via temporanea, il normale deflusso delle acque della sorgente con il potenziale abbassamento della soglia del canale di efflusso in mare della sorgente”.

Proposto anche un intervento sul pozzo sotto le docce.

“Per la connessione idraulica tra la sorgente e l’ex pozzo sotto le docce si potrebbe pensare a ripristinare quest’ultimo in modo da intercettare almeno in parte i quantitativi d’acqua dolce della sorgente scaricandoli attraverso un’apposita canaletta in mare con il conseguente abbassamento del livello di falda – conclude la Maccioni – in alternativa al ripristino del pozzo, nel caso in cui questa operazione dia risultati deludenti, si potrebbe istallare un sistema di drenaggio di falda superficiale, costituito da una serie di piccoli pozzi inseriti intorno all’area da drenare tutti collegati ed attivabili in automatico, mediante una tubazione, ad una pompa aspirante, oppure una trincea drenante realizzata a monte della sorgente. Un intervento definitivo, considerata la ciclicità con cui si ottura la sorgente provocata dalla fluttuante presenza del tombolo venutosi a creare successivamente alla realizzazione della barriera frangiflutti, potrebbe essere quello di favorire il deflusso e la ripulitura naturale della sorgente attraverso l’eliminazione della prima barriera. L’intervento, ineccepibile sotto il profilo ambientale, avrebbe come conseguenza positiva anche quello di ripristinare la linea  di costa originaria formata da scogli e non da sabbia oltre a non aver bisogno di interventi di manutenzione periodica”.

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