“READING TRA POESIA E MUSICA” NEL CUORE DI RAGUSA IBLA

Evento interessante e particolare che è riuscito a unire in un connubio artistico più fattori: la musica, la poesia e l’architettura. La musica ha aperto la serata. A esibire la sua bravura e il suo talento è stato per primo Ruben Micieli, il quale a soli cinque anni iniziò lo studio del pianoforte. Oggi ha ancora tredici anni, ma ha già vinto vari primi premi. A seguire è stata la volta del pianista Marco Orsini, già a tre anni nasce in lui la passione per la musica ed inizia lo studio del pianoforte a soli sette anni. Per quanto riguarda la poesia, i versi proposti sono quelli dei poeti del Caffè Letterario Quasimodo di Modica. Nato dall’incontro di un gruppo di intellettuali modicani, l’attività del Caffè Quasimodo si è imposta già da tempo con grande forza nel panorama letterario, offrendo nuovi spunti e nuovi stimoli. Ideatore e organizzatore del gruppo è Domenico Pisana, poeta, critico letterario e scrittore. Intorno a lui, un gruppo di poeti ha creato ponti di dialogo con la provincia di Ragusa e non solo, e soprattutto con le nuove generazioni, mettendo in campo esperienza e sensibilità. Domenico Pisana ha esordito stimolando tutti noi con tre domande: “A che serve la poesia? Cos’è la poesia? Chi è il poeta?”.

Per rispondere alla prima domanda ha rievocato le parole del Parini, che sostenne che il fine ultimo della poesia è il diletto, non è necessaria come il pane o l’acqua, ma dà piacere estetico e fornisce utilità morale, etica e sociale. Per la seconda risposta, Pisana ha confrontato i versi con un libro. “Se un libro è intraprendere una relazione, è diverso per quanto riguarda la poesia.  Essa dipende dallo spazio ciclico della persona. La poesia è come lo sguardo in un pozzo: delle volte vedi te stesso, altre il mondo, o niente. Non conosciamo la poesia, ma quello che proviamo con essa”. Per il terzo quesito Pisana ha rievocato S. Agostino che disse: “Se mi chiedi cos’è l’uomo, non lo so. Se non me lo chiedi lo so”. La poesia non può essere inquadrato come un assioma geometrico, ma è come una forza che investe il poeta. Come sostenne Neruda: “La poesia viene a cercarti”. Il titolo della serata è stato “Reading tra musica e poesie mediterranee”. Infatti i versi rievocavano alla mente gli scenari tipici della Nostra Sicilia e della nostra Provincia come “bagghi, stratuzzi, petri sutta o suli” e molti sono stati presentati in siciliano, che del resto è l’unica lingua capace di esprimere a pieno i sentimenti di tutti noi nati in questa terra. A fare da protagonista della serata è stato il Mediterraneo che è stato descritto come “azzurro titano, compagno del vento gioioso, antico veggente.

Ma sono stati interpretati anche i sentimenti, le paure che provano i clandestini nella loro traversata disperata in questo nostro mare. Affetti, memorie, paesaggi, riflessioni filosofiche e culturali e anche sperimentazione linguistica all’interno dei versi di Silvana Blandino, Franca Cavallo, Carmelo Di Stefano, Grazia Dormiente, Antonella Monaca, Antonio Lonardo, Salvatore Paolino, Elisa Scionti e Lucia Trombadore. L’ultimo aspetto della serata che necessariamente bisogna  trattare è, senza dubbio, l’architettura del Teatro “Donnafugata”. Unico nel suo genere, una vera pietra preziosa incastonata nel cuore di Ibla. E’ a tutti gli effetti un teatro lirico, con tutte le proporzioni esatte. La struttura venne realizzata nella prima metà dell’800 e costituiva un punto d’incontro dove il Barone Corrado Arezzo ospitava intellettuali e artisti. 

 

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