RAGUSA E “TURISMO”. LA PROVINCIA DI “TURISMO”

Dati alla mano ecco come ascoltare oggettivamente il turismo in Italia e al SUD. Sinteticamente nel primo decennio del 2000, considerazioni di crisi economica a parte, il trend del mercato turistico in Italia registra una crescita positiva ed esponenziale. Per il SUD si nota un tasso di crescita doppio. Nel senso che, per ipotesi, se l’Italia (tutta) cresce 1 il SUD parallelamente cresce 2. Inoltre è fondamentale annotare, e bene, che è la qualità e non la quantità (dozzinale) a vincere nel turismo italiano. E al SUD la qualità stra-vince. 

Lo si capisce quando si legge un incremento di +50,8 % per gli alberghi a quattro, cinque stelle (+ 114.3% per il SUD) in confronto ad un più modesto +17,9% per gli alberghi a tre stelle (+7,4% il dato tre stelle al SUD). Per la cronaca la crisi economica, devastante, ha fisiologicamente influito negativamente al SUD per un -24,8%. Applicando quanto sopra descritto al SUD ibleo sembrerebbe logico costruire una architettura turistica, di qualità, che rispetti e metta in luce le specificità culturali, naturali e gastronomiche che la provincia di Ragusa già possiede. Per altro fornire un servizio di qualità paga, non solo da un punto di vista puramente economico, sia pubblico che il privato. 

Ad oggi, a parte gli sforzi dei privati cittadini che organizzano più o meno lussuose abitazioni arredate a b&b, nella provincia di Ragusa manca totalmente la sensibilità ad occuparsi del mercato turistico. Questa mancanza si declina su tre distinti e paralleli binari. Primariamente la classe dirigente dimostra una quasi nulla idea di come costruire l’offerta turistica sul territorio. Al massimo, dalla politica e dai palazzi si apprendono poche idee e molto ben confuse. Per esemplificare ci si renda conto di come è gestito il porto di Marina di Ragusa. Per non citare il simpaticamente noto Aeroporto di Comiso.

I grossi investimenti di privati, di conseguenza, sono scarsi e eccezionali producendo poche e sconosciute istallazioni alberghiere, turistiche sparse e isolate sul territorio. Spesso questi investimenti sono di privati che non appartengono al territorio e che non reinvestono i guadagni sul territorio.Ma, soprattutto, manca totalmente la volontà di puntare ad un modello di turismo di qualità, nel rispetto dei luoghi, che diventi un’importante vantaggio competitivo a favore dell’intera collettività.Questa mancata volontà di fare sistema (pubblico e privato) maltratta l’economia, il territorio stesso e penalizza le possibilità della Provincia di Ragusa. Non si vive di solo Montalbano.   

 

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