Quando il meteo bipolare frulla i nostri neuroni

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola. 

“Noè ti ha inviato una richiesta di amicizia. In questi giorni. Rispondi.” Ma anche no. Grazie.

Ottobre libera il nostro giugno! Nuvole grigie, pioggia, vento e basse temperature in Sicilia da qualche giorno. Il clima ha una crisi d’identità. La diagnosi di instabilità e personalità borderline se la merita tutta. E noi? Sapremo reagire? Impareremo a nuotare in questo caos climatico?

Temporali emotivi, nubifragi sentimentali. Le previsioni sono sentenze. È tutta colpa di questi anticicloni del cavolo. Quello delle Azzorre, per la precisione. Che poi io le Azzorre manco so dove sono. E mi chiedo che diavolo possano entrarci con l’altipiano di Cisternazzi! Oramai va così: è la globalizzazione di ogni cosa. Anche dei soffi più remoti. La perturbazione atlantica diventerà per me anche una perturbazione psichica? Le precipitazioni interesseranno anche il mio precipizio neuroesistenziale? Si vede forse la luce solare in fondo al tunnel: a partire da domani, le temperature torneranno lentamente ad aumentare, sino a raggiungere nuovamente valori addirittura estivi. Ma non diciamolo ad alta voce. Cortesemente.

L’ho confessato già altrove. Ormai mi porto l’ombrello anche per entrare su Facebook. Mi piove anche sulla foto del profilo. Culante. Non ricordavo un ottobre così bagnato dai tempi di SuperGulp. Quasi cinquanta diluvi fa.

Eppure ci aveva avvisati Greta Tumino: “Il cambiamento climatico ha cominciato a seguirti.”

Sono raffreddato. Mi cola il naso. A giugno. Ma mi vergogno a dirlo. E a chi me lo chiede, dico che è l’allergia. Gli acari. Gli acari estivi.

E pensare che avevo fatto il cambio stagione. E per puro orgoglio tengo fino a sera la magliettina con le maniche corte e i sandali con le calze rosella. Come un turista tedesco. Nel petricore delle meraviglie. Perduto tra i muretti a secco dell’altopiano ibleo. Sospeso tra gli asparagi che furono e le lumache che verranno.

La verità. Alzi l’ombrello chi non è un minimo meteoropatico! Il nostro buonumore varia in base al bollettino meteo. Il freddo, il forte vento, la pioggia insistente sono solo alcuni dei fenomeni atmosferici che possono incidere in modo nefasto a livello psicologico. Il clima è importante per la psiche. Influisce sull’umore, cambiando anche i nostri comportamenti. Il nostro stato emotivo e il tempo sono collegati. Il sole ispira fiducia e disponibilità. Conoscere le mutazioni del clima è un modo per placare l’ansia.

Alcuni studi sulla meteoropatia dicono che oggi i soggetti meteoropatici sono più del 25% della popolazione mondiale. E iblea. Con “meteoropatia” intendiamo una fantomatica correlazione tra gli eventi atmosferici e un nostro disagio, nella forma di alcuni sintomi come insonnia, emicrania, calo del tono dell’umore, difficoltà di concentrazione e memorizzazione, stanchezza.

Il caos climatico può influire sul nostro sistema endocrino e immunitario e causare alterazioni del tono dell’umore. Per l’ipersensibilità di alcuni, l’umore muterebbe tanto in base ai climi. Pioggia o nuvole porterebbero disagio per l’introspezione e il raccoglimento. Il freddo ispirerebbe la sensazione di essere fragili e attaccabili. E debolezza, nell’alternarsi degli stati d’animo e dei pensieri.

I veri meteoropatici sono letteralmente in balia delle variazioni climatiche, meteoschiavi. 

Noi no. Siamo in grado di non subire passivamente il clima. Come dice il sociologo Ugo Bellaminchia, “In fin dei conti, ognuno di noi ha il sole dentro e la pioggia è solo uno stato d’animo. Non dimentichiamolo mai! Siamo noi il nostro caldo interiore, sorridiamo, anche se fuori grandina. A giugno.” 

Esty, Ugo. Esty.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it