Un incarico di alto profilo scientifico e istituzionale che porta la sanità della provincia di Ragusa al centro del panorama medico nazionale e internazionale. Gaetano Cabibbo, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna dell’ospedale “Maggiore-Baglieri” di Modica, è stato nominato membro del Direttivo nazionale della FADOI, la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, e […]
Pronto Soccorso e l’odissea di una paziente psicolabile. Ore d’attesa a Modica e mai visitata. Presentato esposto
12 Ago 2021 14:21
Un esposto è stato presentato alle autorità giudiziarie e sanitarie per far luce sulle presunte omissioni che si sarebbero verificate nei Pronto Soccorso di Modica e Ragusa dopo che una donna ultrasettantenne e psicolabile non avrebbe ricevuto le dovute attenzioni visto il caso decisamente particolare. A raccontare la vicenda è stato il marito che ha deciso adesso di rivolgersi alle autorità per accertare eventuali errori ed abuso di potere ma anche si chiede di indagare se vi sono stati omissione di atti di ufficio e omissione di soccorso. I fatti risalgono agli inizi di questo caldo mese di agosto quando alle 13 del 2 agosto l’uomo accompagna la moglie in ospedale, al Pronto Soccorso del Maggiore di Modica, perché preoccupato per lo stato di salute della consorte in quanto manifestava sintomi preoccupanti rispetto a cui anche le normali cure antidepressive non stavano dando la giusta efficacia. Nel circostanziato esposto viene evidenziato che la donna è stata fatta entrare nella struttura ospedaliera ma alla fine, dopo ben sei ore, alle 19, non è stata visitata da alcun medico.
Di contro l’uomo, che si era allontanato in quanto avevano riferito che ormai la moglie era sotto le cure dei sanitari, è tornato alle 19 in ospedale perché telefonicamente la moglie aveva manifestato stanchezza e spossatezza, dopo le tante ore d’attesa. “Ebbene, alle 19 l’ho trovata quasi all’uscita dell’ospedale stremata, affaticata e in preda ad ansia e tremore. Ribadisco, stiamo parlando di una persona psicolabile, praticamente lasciata libera di andar via, rischiando perfino di finire in strada e chissà essere investita. Nella cartella clinica si legge incredibilmente: “Il paziente abbandona il Pronto soccorso prima della visita medica. Nessuna prestazione erogata”.
E’ assurdo perché quale può essere il valore della volontà di una persona con questa patologia? Inoltre nella voce diagnosi si legge: “Paziente non risponde alla chiamata di triage per rivalutazione”. L’“abbandono”, secondo il Pronto soccorso, sarebbe dunque avvenuto alle 21,20 (l’ora delle “dimissioni” segnata alle 21,22) ma in realtà è stato alle 19, come peraltro provano le valutazioni di triage, eseguite (per il controllo di pressione, saturazione e temperatura) alle 14.05, alle 16,29 e alle 18,38, suppergiù ogni due ore: manca quella delle 20 perché lei era “evasa” già da oltre un’ora senza che nessuno se ne accorgesse. In sede di Pretriage, dove è stato eseguito il tampone, ho fornito all’infermiere addetto la documentazione che attesta il deficit cognitivo di mia moglie, ma la cartella clinica riporta unicamente che la paziente è “in trattamento con psicofarmaci”. Il Pronto Soccorso, pur non essendo stato informato delle reali patologie, benchè io abbia avuto modo di ribadirle ad alcuni infermieri, ha comunque ben appreso di avere a che fare con una persona quantomeno con difficoltà psichiatriche. E del resto sarebbe bastato osservarne l’aspetto. Ma il codice è rimasto verde e mia moglie da sola”.
L’uomo racconta che ha cercato anche di farsi fare un tampone per così avere la possibilità di entrare in ospedale e dunque assistere la coniuge in attesa che qualcuno la visitasse, cosa tra l’altro prevista da recenti disposizioni della direzione sanitaria, ma gli è stato detto di aspettare. Poi la conclusione del “mancato” ricovero con la scelta di dover portare a casa la donna. L’uomo è tornato in ospedale per parlare con i medici ma anche in questo caso non è potuto entrare perché doveva fare il tampone ma gli è stato detto che non poteva farlo in quanto non aveva in quel momento parenti da assistere. Praticamente un paradosso, commenta l’uomo che ha poi deciso, qualche giorno dopo, il 5 agosto, di portare la donna questa volta al Pronto Soccorso dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, sperando di poter ottenere un’assistenza migliore viste le condizioni di salute della donna.
“Qui un neurologo l’ha visitata dopo “appena” due ore ma in sala d’attesa e negando il successivo ricovero sulla base di quanto mia moglie ha riferito sulle proprie condizioni di salute”. A quanto pare, come racconta ancora l’uomo nell’esposto, alla donna, che va ricordato essere al 100% psicolabile, “è stato chiesto se voleva uccidersi e se aveva dei tremori ma siccome ha detto che non voleva uccidersi e che aveva dei tremori, è bastato questo, cioè la parola di una donna totalmente psicolabile, a far decidere di non procedere con il ricovero”. E sempre nell’esposto si fa presente che in questo caso la nota del triage dice: “Paziente psichiatrica richiede di essere ricoverata in psichiatria” mentre le note mediche dicono: “La paziente giunge in Pronto soccorso dicendo di voler essere ricoverata in Psichiatria” con diagnosi finale: “Disturbo depressivo”.
“In sostanza mia moglie non ha fatto che richiedere, in evidente stato di confusione, di essere ricoverata indicando poverina pure il reparto. Il medico che l’ha esaminata pressochè in piedi le ha chiesto se avesse intenzioni suicidarie (bisogna immaginare la scena) e all’osservazione di lei di accusare tremori ha ribattuto (e scritto pure nel suo referto) che in quel momento non tremava, ragione per cui l’ha dimessa. Se mi fosse stato concesso di accompagnare mia moglie, avrei potuto spiegare come marito convivente i suoi reali sintomi: vomito, sudorazione continua, astenia, inappetenza, nausea, mancamenti, vertigini, forti dolori di stomaco in aggiunta ai cronici e gravi stati di malessere dovuti alla sua patologia. Ma sono stato invece letteralmente cacciato fuori con la perentoria intimazione di spostare subito la macchina. E con un esito assurdo: il Pronto soccorso ha infatti consigliato per iscritto la valutazione del Dipartimento di salute mentale competente, proprio quello dal quale ero partito essendomi rivolto già in precedenza a Modica e mi era stato suggerito appunto di portare mia moglie al Pronto Soccorso dove sarebbe stato chiamato un neurologo che, visitata mia moglie, ne avrebbe semmai disposto il ricovero. Ricovero che (benchè necessario per stabilire la natura del suo improvviso aggravamento) non è stato possibile. Proverò in una Asp dove i pazienti psicolabili siano trattati come tali e i parenti riconosciuti come obbligatori”. L’esposto è stato inoltrato anche all’Assessorato regionale alla Sanità e all’Ordine dei Medici.
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