Poteva essere un’opportunità: l’UE revoca finanziamento alla Sicilia per prevenire gli incendi. Appalto irregolare

Un avanzato sistema di sorveglianza antincendio che avrebbe potuto evitare il gravissimo problema degli incendi boschivi in Sicilia. Un sistema di nuova generazione che aveva ottenuto un finanziamento di 36 milioni e 446 mila euro da parte dell’UE, il tutto collegato a una misura del Programma di sviluppo rurale. Una bellissima notizia per tutto il territorio siciliano che ogni anno è vittima di gravissimi incendi boschivi.

Nemmeno la provincia di Ragusa ne è stata esente negli anni passati: basti ricordare il terribile incendio di Monterosso Almo e Giarratana, che ha incenerito il parco di Calaforno, avvenuto nel 2021 o quello della pineta di Chiaramonte Gulfi, avvenuto il 30 giugno 2017. Ettari di bosco andati persi per sempre e che nessuno, purtroppo, potrà mai restituire. E nessuno, tra l’altro, ha mai pagato.

PERCHE’ L’UE HA REVOCATO IL FINANZIAMENTO

Dicevamo, dunque, di questo sistema di nuova generazione. Ebbene, l’Unione Europea ha revocato il finanziamento perchè l’appalto era irregolare. Sul caso c’è un’indagine promossa dalla Procura regionale della Corte dei conti per la Sicilia di cui ha parlato, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore regionale Pino Zingale.

L’opera progettata era considerata uno strumento essenziale per un’azione di prevenzione in una regione che, a causa degli incendi quasi tutti dolosi, subisce ogni anno una devastazione del territorio e del patrimonio boschivo. Il finanziamento è saltato quando si è scoperto che l’appalto era stato affidato, tramite gara, a una azienda priva dei requisiti necessari. Ora la Procura regionale della Corte dei conti ha promosso un’indagine per danni nei confronti dei funzionari che non si sono accorti della irregolarità.

Si stima che tra il primo giugno e il 15 ottobre 2022 sono andati in fumo 56 mila ettari di terreni di cui oltre ottomila di boschi, una superficie paragonabile all’intero territorio comunale di Noto, tanto per fare un esempio. In Sicilia accade anche questo, purtroppo: quando si ha un’opportunità, gli appalti si scoprono irregolari.

LA RISPOSTA DELLA REGIONE

L’assessore regionale al Territorio, Elena Pagana, precisa che «la vicenda risale a un appalto di fornitura iniziato nel 2012 a valere su fondi Psr 2007/2013 – che, dopo alcuni incidenti processuali, che nel 2015 hanno visto intervenire anche l’autorità giudiziaria penale, era già passato alla ribalta della stampa».

«In ogni caso – aggiunge l’assessore – con decreto del dirigente del Comando del Corpo Forestale della Regione Siciliana, nel luglio 2018, il contratto con la ditta (Sistet Tecnology srl) è stato risolto in danno, per inadempienze contrattuali, con riserva di chiedere i risarcimenti per la perdita del finanziamento. In atto è in corso di svolgimento una controversia, in sede civile, in cui l’Amministrazione chiamata in causa dalla ditta ha provveduto, con domanda riconvenzionale, a chiedere la somma di 35 milioni di euro più interessi a ristoro delle somme restituite all’Unione europea per la revoca del finanziamento».

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