È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
PIETRO MALTESE VISTO DA…
04 Giu 2014 07:38
Nato a Rosolini il 4 Luglio 1948 Pietro Maltese emigra in Germania dopo aver frequentato a Siracusa L’IPSIA conseguendo il Diploma di Congegnatore Meccanico e lavora alla Mercedes dal 1966 al 1996.La permanenza in Germania ed il Lavoro non gli impediscono di coltivare la sua grande passione per l’arte e così decide di frequentare dei corsi serali di Pittura e Scultura alla Kunstschule di Grossbottwar, Ludwigsburg, Stuttgart/Freiberg. Da buon siciliano non dimentica la sua terra e una volta tornato a Ragusa e conosciuto lo Scultore Nunzio Dipasquale inizia con Lui una lunga collaborazione dal 1997 al 2003 anno della sua scomparsa. Con il Maestro Dipasquale compie diversi viaggi – mostre a Roma, a Venturina (Etruriarte) a Fregene, a Singen in Germania ed a CrepyValois nelle vicinanze di Parigi e ne approfitta per visitare il Museo Georg Pompidou e rimane molto colpito dalle Sculture di Alberto Giacometti. Dopo la dolorosa scomparsa del maestro Dipasquale, inizia la sua avventura artistica partecipando ad una collettiva a Vittoria al Teatro Vittoria Colonna, dove fa la conoscenza del collezionista Giovanni Bosco, con il quale inizia una importante collaborazione, soprattutto per la realizzazione del Catalogo della Mostra personale al Centro Servizi Culturali di Ragusa. Le sculture sono realizzate in: acciaio, bronzo, rame, resine,vetro e plastica fusa e le opere pittoriche su tela, tavola e cartoncino con colori ad olio, acrilici, smalti e tecnica mista. Nel 2004 con 12 amici artisti fonda L’Associazione Culturale “Rosso cobalto” e vengono effettuate diverse collettive a Ragusa, Marina di Ragusa, Castello di Donnafugata, Scoglitti, Comiso ed altre località. Ancora, purtroppo, questa bella esperienza finisce. Pietro Maltese continua con partecipazioni a varie collettive e nel 2010 inizia un cammino con Amedeo Fusco e partecipa a molte collettive da lui organizzate. Maltese ha ricevuto riconoscimenti e tanta buona critica, come alla 21° “Art Fair” Fiera internazionale di Istanbul, Padiglione Immagine Italia, avente come direttore Amedeo Fusco, dove una sua Scultura è stata inserita nel catalogo ufficiale. Nel 2012 a Roma al “Complesso dei Dioscuri al quirinale” partecipa alla collettiva prestigiosa “Visioni dall’arte contemporanea” dal 24 Maggio al 4 Giugno e dal 24 Giugno al 15 Luglio al Museo Archeologico di Volcei “Marcello Gigante” a Buccino (SA). Dal 1° al 12 Agosto prima mostra a Rosolini, suo paese nativo, per i festeggiamenti del 300° anniversario, nella Sala del Municipio. Nel 2013 espone a Vittoria presso l’Enoteca Strada del Vino Cerasuolo per il Jazz Festival, al Castello di Donnafugata (RG) in occasione della manifestazione “Notti al Castello”, al centro commerciale le Masserie di Ragusa. Nel 2014 al Teatro Accademia della Bellezza. Dal 7 al 24 Giugno esporrà al Jazz Festival con il grande artista Jean Calogero, a cura di Giovanni Bosco.
“Pietro Maltese cerca di spingersi dove lo spazio non ha confini, in un tempo disancorato dalla nozione terrestre, nella consapevolezza dell’esistenza di una realtà cosmica. Nella sua opera è racchiuso quel magico e quel misterioso, che è in ogni uomo, in cui l’irrazionalità sostanziale della tecnologia moderna è vista, non soltanto in chiave negativa, ma anche in una dimensione che può essere allettante non priva di fascino. Ha coscienza della compresenza e della pluralità dei linguaggi, nella consapevolezza di uno sviluppo non lineare dell’arte. Nascono così le figure stilizzate, racchiuse, a volte da volute e da semicerchi, dove si affacciano i vari ismi del secolo appena trascorso in un impasto di culture, come retaggio delle correnti europee più avanzate. Le sagome degli umanoidi, che sono parte integrante della sua arte, rappresentano le problematiche dell’umanità, in un periodo di estrema incertezza e di dubbi. Il fine è di cercare di slacciare le forme dal peso che le fascia, per liberarne il nucleo. E la scultura diventa uno spazio reale, dentro anche se immerso in un atmosfera ovattata e trasparente” (Emanuele Schembari).
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