Per non dimenticare la modernità di La Pira: intervista a tre con il Sindaco di Pozzallo, la Presidente della fondazione “La Pira” e il vicario foraneo di Pozzallo

Giorgio La Pira (Pozzallo 1904 – Firenze 1977), è uno dei cittadini illustri figlio della provincia di Ragusa, è stato proclamato l’anno scorso dalla Chiesa Cattolica con il decreto di venerabilità. Giorgio La Pira è stato un politico e docente italiano, anche sindaco di Firenze, sottosegretario di Stato e anche Deputato della Repubblica Italiana. Ogni anno la città di Pozzallo riserva alcuni giorni della prima e seconda decade di gennaio (in concomitanza con l’anniversario della nascita) e di novembre (per l’anniversario della morte), il tutto per ricordare il suo illustre concittadino attraverso varie iniziative come convegni, dibattiti, incontri, proiezioni e tanto altro.

Quest’anno, in occasione del 41° anniversario della morte e del primo anniversario della venerabilità, la Fondazione La Pira, la Diocesi di Noto e il Comune di Pozzallo, hanno organizzato varie manifestazioni in coincidenza con la festa di San Martino, tutte legate dal tema “La città viva”.
Cerchiamo di conoscere meglio la figura di Giorgio La Pira attraverso un’interessantissima intervista di Giovanna Cannizzaro alla professoressa Grazia Dormiente in qualità di presidente dell’associazione “G. La Pira-spes contra spem”, al sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna e al vicario foraneo di Pozzallo don Salvatore Cerruto.

Giovanna Cannizzaro: Giorgio La Pira potrebbe essere visto come l’anti-Salvini anche soprattutto visto il suo lavoro di tessitore di relazioni nel Mediterraneo nell’ottica di una pace mondiale. Fautore di ponti e non di muri. Signor Sindaco cosa ha da dire in merito?
Sindaco Ammatuna: Bisogna riconoscere a La Pira il fatto di essere stato uno dei primi politici che cercò di stabilire un dialogo fra le culture diverse del Mediterraneo ma non solo; come Sindaco di Firenze, durante il regime di terrore, organizzava incontri distensivi tra comunisti e capitalisti con il solo scopo di fraternizzare. Non a caso è ricordato come il “sindaco santo”.

Giovanna Cannizzaro: Gli stati passano, ma le città restano. Passano le forme giuridiche, resta la città ” Bene, nella visione lapiriana, quale valore assumeva la città?
Presidente Dormiente: La Pira non fu solo un contemplativo e un uomo di fede, ma fu anche un sindaco che attuò, realizzò e operò su due livelli di valore: il valore dell’uomo e quello della città. La città è viva, diceva La Pira, perché in essa vivono tutti i cittadini, i quali nello stesso tempo devono avere i servizi essenziali. Sembra banale, ma in una città ci deve essere una chiesa per pregare, una scuola per imparare, un ospedale per curarsi, una bottega o un’officina, per lavorare. Cioè il valore della città, per lui, non era l’urbis, ma la civitas. E questa intuizione La Pira, la portò nel Convegno Internazionale della Croce Rossa, che si svolse a Ginevra nel 1954. Oggi dobbiamo essere i primi a veicolare  ed imprimere nei giovani l’ importante messaggio di La Pira.

Giovanna Cannizzaro: Nessuno nel mondo ecclesiastico ha mai avuto da ridire sulla santità e l’ortodossia di La Pira, eppure, le sue posizioni erano abbastanza invise, come si spiega questo?
Don Cerruto:  Si, La Pira, precorre i tempi, e nel contesto in cui vive,  non è compreso, ma deve lottare.  Viene osteggiato , ostacolato, ma, nonostante ciò,  riesce a far valere le sue convinzioni politiche, sociali, religiose, e quindi riesce a lasciare il suo patrimonio imperituro per tutti noi.
Giovanna Cannizzaro: Come mai la Chiesa, vuole assurgere agli onori degli altari un politico ? Che interesse ha ?
Don Cerruto:  Proprio per questo, perché la santità riguarda tutti gli aspetti della vita dell’uomo, e non soltanto quello propriamente religioso  e La Pira, si è rivelato come un profeta del terzo millennio, in quanto ha saputo portare il Vangelo, la Santità, anche nella politica.

Per tutti e tre gli intervistati ” La Pira è riuscito a sublimare la sua umanità, attraverso il dono della grazia, ricevuta in Cristo , e renderla opera viva, nel campo della politica”.

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