PEPPINO BURGIO, POETA DIALETTALE FUSTIGATORE DI COSTUMI

Nell’intervallo della Rassegna del teatro amatoriale di Ragusa al Don Bosco di Corso Italia, abbiamo visto più volte salire sul palcoscenico chiamato dal direttore artistico Maurizio Nicastro un pooeta dialettale, tale Giuseppe Burgio di Monterosso trapiantato a Ragusa per declamare qualche poesia in dialetto siciliano. Un piccolo modo di coprire quei minuti di attesa tra un atto e l’altro. Bene, la sorpresa del vostro cronista è il fatto che nelle diverse apparizioni di Burgio una piccola analisi dei temi che egli ha trattato ci porta a considerare come egli non solo approfondisca temi di tutti i giorni come l’amore, l’amicizia, la fame, il cibo, la ricchezza, la povertà, la gioventù, la vecchiaia, ma come egli tratti questi argomenti coin una padronanza di riferimenti davvero straordinari. Se Burgio avesse accanto un esperto della poesia in vernacolo sfornerebbe lavori molto più interessanti che peraltro declama senza leggere un rigo; una sorta di elaborazione immediata di una situaziione più o meno attuale che trasforma in versi anche durante una discussione normale che si può avere, come ci è accaduto per tre o quattro volote. Una sorta di Buonafede (ci si perdoni l’accostamento) che potrebbe avvicinare ancor di più il grande poeta ragusano molto famoso in tutta la Sicilia. Ed allora al sig. Burgio vogliamo dare “una dritta” e cioè di lavorare sodo e magari di “limare” un pò di più le sue poesie già  piacevoli. Chissà che non possa essere confermato come un “vero” poeta. (r.r.)

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