“Outside”. Alla galleria Lo Magno a Modica grande successo di pubblico per la mostra dell’artista gelese

Sta riscuotendo consenso di critica e di pubblico la mostra personale di Emanuele Giuffrida alla Galleria Lo magno a Modica dal titolo “Outiside”, che resterà aperta sino al 9 giugno mostra negli spazi espositivi di Via  Risorgimento 91-93. Potrà essere visitata (dal martedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 17  alle 20). La Galleria Lo Magno, nata nel 2003 per volere del suo Direttore Artistico Giuseppe Lo Magno, sorge in Sicilia nella città di Modica. Da sempre attenta alla valorizzazione del lavoro dei giovani artisti, ha deciso di intraprendere un viaggio che si focalizzerà sul lavoro di quelli più emergenti e che più rappresentano il panorama artistico siciliano. Un percorso che non vuole fermarsi solo nell’isola di Sicilia ma che vuole promuovere l’arte contemporanea siciliana attraverso iniziative a livello nazionale e europeo, così da permettere a curatori e collezionisti stranieri di conoscere la galleria e i suoi giovani artisti. Questo percorso prende inizio rendendo omaggio alla tecnica più tradizionale e suggesstiva: la pittura. L’artista che Giuseppe Lo Magno ha scelto per questa mostra è Emanuele Giuffrida, 35 anni di Gela che vive e lavora a Palermo. La mostra trascina lo spettatore in un viaggio dentro una pittura caratterizzata da un virtuosismo maniacale e ossessivo. I numerosi personaggi che prendono vita nell’unico grande dipinto che occupa l’intera galleria,  sembrano vivere in uno spazio senza tempo dove la percezione del mondo oscilla tra crudele realismo e spietata immaginazione. Una presenza fondata sull’assenza, sui contrasti di luce, tra aree chiare e scure in costante tensione tra reale e immaginario. Le figure rappresentano la condizione umana, come archetipi capaci di incarnare numerosi significati apparendo al tempo stesso tragici, umoristici, satirici e contradditori. I disegni preparatori realizzati su piccoli fogli, vedono il ripetersi in modo ossessivo dei soggetti presenti nel dipinto caricandosi di interpretazioni diverse e se vogliamo ancora più inquietanti. L’arte di Emanuele Giuffrida, si basa sull’ambiguità poetica e pittorica: né crudemente cattiva né necessariamente amorevole. Nel 1928 Marcello Gallian sull’Interplanetario scriveva: “Un museo animato di fenomeni, un paradiso dove il sogno non esiste, una tribù di uomini scelti e specializzati, in tutti i campi dei modi di esistere.”

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