ORIENTARSI IN DIREZIONE DEI LABIRINTI DELL’IMMAGINARIO UMANO E RITROVARE LA SOLUZIONE NEL “GIOCO”

Presente all’ evento   “ Passi nel Deserto”, dedicata alla valorizzazione e agli incontri delle eccellenze, ospite più volte nel nostro territorio ibleo, Paola Tinchitella, scrittrice romana, ha arricchito la serata ,  attraverso le sue parole,  coinvolgendo il pubblico presente ad entrare nella poetica della  sua recente opera letteraria : DIRE FARE BACIARE  LETTERA TESTAMENTO, pubblicata da L’ Erudita Editore.

Il labirinto è  un espressione spesso usata come metafora che rimanda ai percorsi tortuosi  e  ingannevoli  dell’umano sentire.

In ogni civiltà è possibile ritrovare una forma labirintica la cui grafica consente di evidenziarne l’etimologia tradizionale del labirinto, rivelandone  il significato  nella seguente spiegazione: percorso iniziatico verso un centro il cui accesso, protetto appunto dalle volute labirintiche, è riservato soltanto a coloro che hanno la capacità di superarne gli intrighi e gli inganni.

Ecco il “ centro “ della poetica della scrittura di Paola Tinchitella  è uno sguardo all’essenza della vita attraverso la metafora del gioco, che rimanda alla re- visione delle due dimore esistenziali dell’uomo: il reale e il surreale.

L’intelligenza emotiva può , quindi, essere rappresentata come un grande labirinto all’interno del quale si trovano percorsi tortuosi e ingannevoli dove è possibile rivedere una figura umana percorrere un labirinto, ma anche un labirinto percorrere l’intimo dell’animo e i  meandri dell’immaginario.

Un labirinto può , anche, essere una dimensione surreale creata dall’immaginario umano, un  luogo in cui è molto facile entrare, da cui è molto difficile uscire, e in cui non è possibile rimanere, una condizione quest’ultima, che dipende dalle  indicazioni del ”gioco”:  le indicazioni del “gioco”, infatti,  consentono una visione su un piano più elevato tale da riuscire a guardare gli intrighi dall’alto, con distacco e offrendo, di conseguenza,  prospettive infinite e la possibilità di  guarigione della realtà.

Tuttavia, replica Paola Tinchitella,   “le molteplici destinazioni di questo gioco non sono semplicemente un mio retaggio, in quanto scrittrice, ma possono dipendere dallo stesso lettore, dalla sua capacità di trascendere la stessa mia scrittura,  sfruttando paradossalmente proprio la griglia del  racconto surreale che propongo.

Quindi se il lettore riesce a decontestualizzarsi per immergersi in una dimensione surreale o a trasferirsi nell’iperrealtà, sommando alla propria realtà quella da me descritta, le prospettive aumentano esponenzialmente.

Il gioco è arrivato al suo culmine quando un mio racconto riesce a concludere questo processo d’immedesimazione nella “realtà” raccontata, che non è mai rispondente alla sua propria e nemmeno alla mia propria, ma a quella del tal personaggio cui ho concesso una certa libertà di movimento e la fruizione di diversi piani spaziali e temporali in cui muoversi “. 

(tratto da LA REALTÀ “IN GIOCO”: TRA SURREALE E IPERREALE  –  Ragusa Oggi)

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