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“Occhio al Contratto”, la CGIL di Ragusa lancia l’app che smaschera i contratti pirata
17 Dic 2025 11:19
Un’innovazione che non resta sulla carta, ma entra nella vita quotidiana dei lavoratori e diventa strumento concreto di consapevolezza e tutela. Si chiama “Occhio al Contratto” ed è il cuore dell’iniziativa presentata stamane dalla CGIL di Ragusa durante la conferenza stampa dedicata al Report sul dumping contrattuale 2024.
Un progetto che segna un cambio di passo nel modo di fare sindacato: dall’analisi all’azione. Attraverso una applicazione digitale, accessibile dal sito www.cgilragusa.it, ogni lavoratrice e ogni lavoratore può verificare in pochi secondi se il contratto applicato è regolare o se rientra tra i cosiddetti contratti pirata. È sufficiente inserire il codice CCNL presente nell’Unilav: il responso è immediato, chiaro e inequivocabile.
Un’innovazione nata sul territorio, ideata dalla CGIL di Ragusa, che ha già raccolto il plauso della CGIL Sicilia – presente in conferenza stampa – e l’interesse concreto della CGIL nazionale, a conferma della portata e della replicabilità dello strumento a livello nazionale.
Il Report 2024: numeri che smascherano la precarietà
Accanto alla presentazione di “Occhio al Contratto”, la CGIL ha illustrato i dati del Report Dumping Contrattuale 2024, che restituiscono l’immagine di un mercato del lavoro segnato da precarietà strutturale, diritti compressi e concorrenza sleale.
Alla presenza del segretario generale della CGIL di Ragusa, Giuseppe Roccuzzo, e del segretario generale della CGIL Sicilia, Alfio Mannino, è emerso che nel solo 2024, nella provincia di Ragusa, si contano oltre 102 mila assunzioni, riferite a circa 70 mila lavoratori. Un dato che, isolato, potrebbe apparire positivo, ma che nasconde una realtà ben diversa.
Il 78,5% delle assunzioni avviene infatti con contratti a tempo determinato, spesso reiterati più volte nello stesso anno. In casi estremi si arriva fino a 70 contratti in dodici mesi per la stessa persona, una spirale di precarietà che svuota di senso il concetto di lavoro stabile.
Contratti pirata: un fenomeno sistemico
Ancora più allarmante il capitolo sui contratti pirata e sull’uso improprio dei codici CD e ND. Quasi un’assunzione su quattro (22,8%) è riconducibile a contratti non sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative o privi di una corretta codificazione.
Il fenomeno assume dimensioni strutturali se si guarda alle imprese: il 38% dei datori di lavoro che ha assunto nel 2024 ha fatto ricorso a queste forme elusive. I settori più colpiti sono commercio e servizi, alloggio e ristorazione, attività professionali e servizi alle imprese, dove il dumping contrattuale diventa leva di concorrenza sleale a danno delle aziende corrette.
Donne più esposte: la doppia vulnerabilità
Il report evidenzia anche una forte criticità di genere. Le donne rappresentano il 34% delle assunzioni complessive, ma la loro incidenza cresce sensibilmente all’interno dei contratti pirata, arrivando in alcuni settori a sfiorare o superare la parità. Una conferma di una doppia vulnerabilità, lavorativa e salariale.
Le aree più critiche e il caso Modica
Dal punto di vista territoriale, le situazioni più problematiche si concentrano nei comprensori di Ragusa e Modica, con anomalie particolarmente accentuate nel settore manifatturiero modicano, dove si registra una concentrazione quasi totale dei contratti pirata. Un dato che chiama in causa controlli più incisivi e un’attenzione istituzionale mirata.
“Il dumping è dumping sociale”
“Il dumping contrattuale, hanno sottolineato Roccuzzo e Mannino, non è soltanto una scorciatoia per abbattere il costo del lavoro, ma una vera forma di dumping sociale. Produce lavoro povero, indebolisce la coesione del territorio e compromette il futuro previdenziale di migliaia di persone”
In questo contesto, “Occhio al Contratto” diventa uno strumento decisivo: conoscere il proprio contratto significa difendere il proprio salario, che può subire perdite fino a 500 euro al mese se regolato da un CCNL pirata.
Trasparenza e controlli: le proposte della CGIL
Il report denuncia anche un sistema opaco, in cui un lavoratore può trovarsi con tre contratti diversi: uno nell’Unilav, uno in busta paga e un altro comunicato all’INPS tramite Uniemens. Una distorsione resa possibile dalla mancata applicazione uniforme dell’obbligo, introdotto nel 2020, di indicare il codice CNEL del contratto collettivo.
Per questo la CGIL Ragusa chiede: interoperabilità delle banche dati; obbligo del codice CNEL in busta paga; comunicazione del contratto applicato alla Camera di Commercio; codifica nazionale vincolante tra ATECO e CCNL applicabili; limitazione dell’uso dei contratti multisettoriali.
Il Report 2024 non è un punto di arrivo, ma una base per un confronto serio con istituzioni e parti sociali.
“La qualità del lavoro è la vera infrastruttura dello sviluppo – hanno concluso Roccuzzo e Mannino – ed è su questa che si costruiscono dignità, crescita e futuro. Su questo terreno non sono ammesse deroghe”.
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