NOTTI DI LUNA STREGATA

E’ esistito un periodo oscuro, i cui “albori” iniziano a partire dal 1400, che vede la persecuzione di donne, iniziate dal diavolo, da parte dell’autorità religiose e civili.

Queste donne, accusate di stregoneria, praticano cure mediche tramite erbe officinali, il cui potere è così curativo che devono fare i conti con la superstizione della vacua gente.

Nell’Esodo c’è scritto: “Non lascerai vivere colei che pratica la magia”; si intraprende la condanna al rogo di donne colpevoli di eresia, giustificando la credenza nel sabba diabolico. Il sabba consiste nell’incontro delle streghe con il diavolo, a cui fanno voto di apostasia per diventare le sue adepte e diffondere il suo malefico verbo, rinnegando la loro religione.

Il pittore Francisco Goya riporta in molte sue opere la raffigurazione delle donne di sabba, riunite attorno ad un albero a forma di animale mostruoso, facendo pratiche di stregoneria e invocazione durante le notti di luna piena.

Che durante le notti di luna piena il sonno viene a diminuire è spiegato successivamente dalla scienza come abbassamento dei valori di melatonina, l’ormone che influisce sul ciclo sonno-veglia, che genera maggiore difficoltà ad addormentarsi. L’influenza dei cicli-lunari è interessante per capire tutte le storie e leggende che girano attorno alla stregoneria.

Nell’opera teatrale di Claudio Forti, “Le donne delle notti di luna piena”, si racconta la storia di Margarita la China, strega di Scicli, interpretata con luminosa enfasi da Diana D’Angelo, condannata di pratiche diaboliche solo perché conosce l’effetto curativo di alcune erbe. La riunione di donne semplici attorno alla luna piena per raccogliere erbe, con cui preparare unguenti e pozioni, possiede un forte carico mistico, di un legame che lega l’uomo con la natura, la donna con la madre Terra, la cui sensibilità le permette di percepire gli influssi del cosmo e trasmetterli come potenza divinatoria. “Le donne delle notti di luna piena” non è solo un processo dell’inquisizione sulle donne ritenute streghe, ma è anche l’esempio di lotta impari tra potere e le sue vittime, in quanto esse non possono difendersi da accuse insensate, devono sottostare al giudizio insindacabile degli alti esponenti della curia.

Il fatto che alcune piante abbiano poteri magici se ne trova conoscenza già nel mondo greco, in cui si è comprovato come l’iperico o la mandragola attenuano disturbi fisiologici nell’uomo. Con il tempo si arriva alla conoscenza dell’effetto farmacologico delle erbe, che porta alla luce tutti gli errori commessi in passato.

Nonostante la strega è vista come paladina di Satana, con il tempo questa visione non muta, sfociando in poesie che ne esaltano il potere misterioso e seduttivo, diabolico al tempo stesso, generatore di follia, che fa perdere nei meandri della passione.

Charles Baudelaire paragona la donna ad una strega scrivendo: “Adorabile strega, ami tu i dannati? Dimmi, conosci l’irremissibile? Conosci il rimorso dei dardi avvelenati, cui il nostro cuore serve da bersaglio? Adorabile strega, ami tu i dannati?”

Ecco come la donna suscita questo senso di dannazione dei sensi, di cui il cuore ne diventa vittima, e rende lo spirito succube d’amore, che giunge alla più tormentata perdizione. Meglio vivere intensamente che privarsi dell’essenza primordiale dell’universo.

Ecco perché attorno alla donna ruota un mondo di magia e credenze demoniache, in quanto la sua forza carismatica ha sempre suscitato paura e mistero, condanna e venerazione, al punto da punirla efferatamente, come ha fatto Dio con Eva infliggendole i più terribili dolori.

 

Ma la donna contiene in sé così tanta capacità di rinascita che continua a diffondere amore nel mondo solo attraverso il suo semplice sorriso, ammaliando il bene e il male.

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