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Non più il “sì” finale nel canto dell’Inno di Mameli in occasione di eventi e cerimonie di rilevanza istituzionale
26 Dic 2025 20:06
di Pinella Drago – A disporlo lo Stato maggiore della Difesa a partire dallo scorso 2 dicembre. Già, nei giorni scorsi in occasione della cerimonia degli auguri della premier Giorgia Meloni ai dipendenti della Presidenza del Consiglio, l’applicazione delle nuove modalità nell’esecuzione dell’Inno di Mameli. Per l’evento è stata l’Associazione nazionale alpini di Roma a cantare l’Inno degli italiani; sul finale, gli alpini hanno intonato il ‘Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò’ poi nulla più. Quel ‘sì’ che tutti si attendevano lo hanno gridato i dipendenti e la stessa presidente del Consiglio non però i componenti dell’associazione i quali hanno rispettato le nuove indicazioni.
Quel ‘sì’ finale che chiude l’Inno nazionale non potrà più essere eseguito “in occasione di eventi e cerimonie militari di rilevanza istituzionale”. Ad anticiparlo il Fatto Quotidiano ed a riprenderlo le agenzie di stampa fra cui l’Ansa: “ogni qual volta venga eseguito ‘Il Canto degli italiani’ nella versione cantata non dovrà essere pronunciato il sì finale”. Nel testo si chiede di “dare la massima diffusione” della disposizione e si fa riferimento al decreto del presidente della Repubblica emanato lo scorso 14 marzo, il cui schema è stato approvato nello stesso Consiglio dei ministri su proposta della premier Giorgia Meloni.
Nell’articolo 2 del decreto, che fissa “le modalità di esecuzione”, si prevede che l’Inno sia “eseguito ripetendo due volte di seguito le prime due quartine e due volte di seguito il ritornello del testo di Goffredo Mameli, come previsto dallo spartito originale di Michele Novaro”. Parole chiare, che però danno vita a una disputa filologica – è quanto scrive l’Ansa – il testo scritto da Mameli il 10 settembre 1847 fu musicato da Novaro il 24 novembre dello stesso anno.
Nel testo autografato di Mameli, pubblicato nel sito del governo, il ‘sì’ finale non c’è. Compare però nello spartito musicale di Novaro, anche questo autografato. La disposizione dello Stato maggiore sembra così dare una risposta a questa divergenza. E un’indicazione della linea del Colle si trova anche nello stesso sito del Quirinale, in cui si sceglie la versione dell’Inno cantata nel 1961 dal tenore Mario Del Monaco. Dove al ‘Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò’ non segue nessun ‘sì’, ma solo musica. Ed ora tutti a chiedersi: il ‘sì’ finale lo si potrà gridare negli stadi, nelle competizioni sportive o in altri momenti in cui l’Inno di Mameli viene cantato con la foga propria dell’essere italiani.
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