La gestione del personale psicologico nelle Aziende Sanitarie Provinciali di Ragusa e della Sicilia è al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione del primo report dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, presentato all’Assessorato regionale alla Salute. Il documento ricostruisce le procedure di reclutamento dei dirigenti psicologi negli ultimi quindici anni, rivelando un quadro […]
“NON È QUELLO CHE SEMBRA….”
16 Set 2014 16:58
Questa è la frase che una persona, sorpresa in flagrante, pronunzia nei film, contro l’innegabile evidenza dei fatti. Ma ci può essere qualche caso in cui chi la pronuncia è effettivamente innocente e sincero,nonostante le apparenze.
Maria Grazia,giovanissima maestra, carina, fidanzata in piena regola con un bravo ragazzo, nei primi anni trenta, dopo un paio d’anni d’insegnamento nelle scuole rurali, venne nominata a Mazzarelli. Grande fu la sua gioia: passare dalle scuole delle contrade dell’altipiano ibleo, site nelle gelide e talora decrepite case coloniche, con grandi difficoltà di collegamento con la città e con l’obbligo di residenza per tutta la settimana, a un villaggio come Mazzarelli era un gran fortuna.
Trovò alloggio presso una famiglia di pescatori,la padrona di casa,vedendola così giovane, da subito la trattò come una figlia. Non le faceva fare nessun lavoro domestico, per i quali tra l’altro Maria Grazia non era molto portata, e cucinava per lei gustosissimi piatti di pesce.
La solitudine delle scuole rurali era un ricordo lontano, a Mazzarelli la maestrina entrò subito nel giro delle amicizie “bene” , i signorotti che svernavano nel villaggio, il delegato municipale, il maresciallo dei carabinieri,la direttrice delle poste, il parroco anche lui di fresca nomina e molto giovane, pieno di entusiasmo e di zelo.
Non avendo altro da fare, queste persone si incontravano tutti i pomeriggi, ora in una casa ora in un’altra, e così per la maestrina l’unico rammarico era la lontananza dal fidanzato con il quale si vedevano solo la domenica.
Le era stata affidata una classe composta in buona parte di alunni ripetenti che sembravano piuttosto restii ad imparare alcunché. Gli altri, poi, non erano molto più interessati. Prima di tutto dovette insistere per farli venire a scuola con le scarpe.
La giovane maestra era abituata alle difficoltà, anche in campagna la situazione più o meno, era la stessa. Si trattava di ragazzi che non conoscevano altro che l’ambiente in cui vivevano, i genitori non potevano seguirli perché nella maggior parte erano analfabeti o semi analfabeti. Cercava di andare loro incontro il più possibile. Un giorno pensò di fare lezione in riva al mare. Era inverno, ma il sole splendeva in un cielo tersissimo, il mare non si poteva guardare perché era tutto un intenso luccichio d’argento. Faceva quasi caldo. Appena giunsero in spiaggia la maestra si ritrovò improvvisamente sola. I ragazzi si erano tuffati in acqua vestiti e con le scarpe…
Passarono i mesi, Maria Grazia, a fatica era riuscita ad insegnare qualcosa ad alcuni fra i più volenterosi, ma era preoccupata perché da un giorno all’altro sarebbe arrivato l’ispettore scolastico per esaminare il suo lavoro e da questo esame dipendeva la qualifica, cioè la valutazione e il passaggio in ruolo.
L’ispettore portava un cognome che più adatto non avrebbe potuto essere, Falcidia.
Era il terrore dei maestri e delle maestre soprattutto. Come tutte le autorità dell’epoca, senza aver letto “il Principe” del Machiavelli, era convinto che per farsi rispettare bisognava incutere timore.
Si presentò una mattina all’improvviso, per cercare di sorprendere gli insegnanti della piccola frazione in qualche situazione di irregolarità, e cominciò a interrogare gli alunni di Maria Grazia, la quale tra sé si chiedeva come facesse a individuare proprio quelli a cui non era riuscita a fare imparare nulla.
L’ispezione fu un disastro. Falcidia rimproverò aspramente la maestra, colpevole, a suo dire, di non aver svolto il programma e di non avere nessuna capacità didattica, e andò via.
Maria Grazia si mise a piangere a dirotto . Sentì bussare, era il parroco che era venuto per tenere la settimanale lezione di religione. Vedendo la maestra disperata, il sacerdote le prese le mani e cominciò a dirle: “Ma via, non si preoccupi, lo sa come è fatto l’ispettore,più tardi magari gli passa tutto. Stia tranquilla, la voglio vedere allegra. Su allegra, allegra…”e ripeteva questa parola, tenendole sempre le mani.
Ma l’ispettore aveva dimenticato la borsa ed entrò senza bussare, come facevano le autorità dell’epoca, trovò il parroco che teneva le mani alla maestra e ripeteva: ”Allegra, allegra..” Rimproverò duramente il parroco e lo cacciò via in malo modo,minacciando di informare i suoi superiori, e poi, rivoltosi alla maestra, le disse che avrebbe tenuto conto anche di questo spiacevole episodio.
Maria Grazia, finito l’anno scolastico, tornò in città con una certa nostalgia per i momenti piacevoli che aveva trascorso a Mazzarelli grazie agli amici e alla padrona di casa, tanto affettuosa. Un giorno, passato qualche mese, ricevette una cartolina su cui era scritto “In ricordo dei nostri antichi amori.” con la firma della padrona di casa, la quale non era riuscita a trovare frase più adatta per esprimere il suo affetto per Maria Grazia.
Anche in questo caso: “Non è quello che sembra!”
Laura Barone
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