La gestione del personale psicologico nelle Aziende Sanitarie Provinciali di Ragusa e della Sicilia è al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione del primo report dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, presentato all’Assessorato regionale alla Salute. Il documento ricostruisce le procedure di reclutamento dei dirigenti psicologi negli ultimi quindici anni, rivelando un quadro […]
Nino Minardo: non sono contrario al piano paesaggistico ma…
10 Set 2010 17:33
Non mi appassiono molto ai dibattiti sterili ed alle polemiche. Per stile e per convinzione, li rifuggo. Ma quando il dibattito ruota sul territorio, allora non posso esimermi dal pensare, riflettere e dire. E’ il caso del Piano Paesistico. Premessa d’obbligo, tanto per sgombrare il campo da interpretazioni fasulle e prestare il fianco a critiche preconcette. So e concordo che il piano paesistico ha come fine quello di preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l’identità ambientale, storica, culturale e insediativa del nostro territorio; proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale, promuoverne forme di sviluppo sostenibile, al fine di conservarne e migliorarne le qualità. Su queste basi poggia la sua anima.
Uno strumento di controllo che si propone di evitare che gli interventi di carattere urbanistico-edilizio rovinino il paesaggio; e su questo punto sfido chiunque a non essere d’accordo. E devono esserci delle linee guida. E questa è stata la filosofia che ha ispirato la sovrintendente Vera Greco nella sua redazione. Nessun problema, anzi! Ma è inaccettabile che succeda quello che sta succedendo (anzi che è già successo!) in provincia di Ragusa: aver dovuto digerire un’imposizione che è arrivata dall’alto senza tener conto delle peculiarità del nostro territorio e, soprattutto quando tutti, i comuni, la Provincia e le associazioni di categoria si sono espressi uniformemente contro. Il Piano così come è stato congeniato, portato a Palermo per la sua approvazione, messo nero su bianco, “imposto”, va rivisto. Intanto perché non è stato concertato ma imposto, perché la sua istituzione rischia, secondo molti, di compromettere il futuro della nostra economia, rallentando settori trainanti come l’agricoltura, la zootecnia e l’artigianato.
Se così non è, se queste preoccupazioni sono eccessive, se i timori di quanti hanno detto no (e sono troppi in questa provincia per pensare che tutti, ma proprio tutti, sbaglino…), ce lo spieghino. Ma rifiutiamo le imposizioni! Invito la Regione a rivedere tale Piano ed a farlo subito, a cogliere i suggerimenti ma soprattutto a parlare ed ascoltare il territorio. Vogliamo essere noi a determinare il nostro futuro; la base (i cittadini, chi, ad esempio, in agricoltura si sbraccia e lavora) e le rappresentanze (noi istituzioni). Allora, se moltissimi di questi dicono che il Piano Paesistico non va bene, un motivo ci sarà. E la Regione, l’assessore Armao non possono ignorarlo. Accà nisciunu è fesso… parafrasando il grande De Filippo. Questo sia chiaro a tutti!
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