“NEL FIUME DI ERACLITO”

L’ elegante cornice di Palazzo Mormino Penna di Donnalucata a Scicli ospiterà la mostra di Salvatore Fratantonio dal titolo “Nel fiume di Eraclito”. Il titolo della mostra, con il richiamo al panta rei (tutto scorre) del filosofo greco Eraclito e all’impossibilità di bagnarsi due volte nello stesso fiume, allude al processo creativo che ferma sulla tela un’idea di realtà, legata a uno stato mentale irripetibile. “Mentre dipingo un’immagine questa si modifica dentro, la forma si altera, si fa altra nei contorni, pur mantenendo la sua originaria identità strutturale; le atmosfere mutano, una nuvola di disfa, un giallo sfuma verso l’arancione. – spiega Fratantonio – Il risultato finale dell’opera cristallizza soltanto una fase, un attimo, un passaggio di quel movimento e il quadro diventa la negazione del fluire dell’idea”.

 

I dipinti, circa una novantina di opere con tecniche miste e oli, ripercorrono gli ultimi due decenni di attività dell’artista e nascono dall’idea del mutamento, dell’inarrestabile fluire del tutto, dell’unicità e irripetibilità di ogni opera nonostante l’apparente somiglianza dei paesaggi. Si può spaziare dalle marine, agli alberi solitari, alle colline baciate dal sole, ai misteriosi notturni raccontano la memoria, proseguendo all’affezione ai luoghi natii, la luce, i colori del paesaggio mediterraneo, ma soprattutto la contemplazione dell’anima dell’artista attraverso le forme del paesaggio nel succedersi delle stagioni della vita. Ricordiamo quindi che la mostra sarà inaugurata domenica 15 luglio alle ore 19.30 e resterà visibile, seguendo i seguenti orari: dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle ore 19 alle 23, fino al 16 agosto. Il tutto è stato organizzato dal Comune di Scicli – Assessorato alla Cultura e dal Centro Studi “Feliciano Rossitto” di Ragusa con il patrocinio dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, intende rendere omaggio all’artista modicano nel cinquantesimo anniversario della sua partecipazione alla collettiva “Lo spazio visto dagli artisti” (Roma, Palazzo dei Congressi, 1962) che lo proiettò su un più ampio proscenio artistico nazionale.

 

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