MODICA, PRESENTATA LA RACCOLTA DI POESIE DI CARMELO DISTEFANO

“Sono certo che la migliore poesia arriva con le parole giuste, con le giuste pause e con i silenzi giusti”. Così Carmelo Di Stefano ha salutato i numerosi amici intervenuti alla presentazione della sua nuova silloge “oggetti smarriti” rderial Caffè letterario “S. Quasimodo”. A presentare il poeta Valentina Raffa, giornalista della Sicilia, Annalisa Di Stefano, figlia del poeta e curatrice della prefazione della raccolta di poesie, e il presidente del caffè letterario Domenico Pisana. A Elia Scionti, poetessa del gruppo, l’onere di presiedere la serata. La serata è stata arricchita dalla presenza di Alessandra Pitino, Giovanna Drago ed Ernesto Ruta che hanno letto e interpretato le poesie di Di Stefano. Alla voce vellutata di Rossella Cubeta accompagnata dalla Thelonius Jazz Band è stato affidato il compito di sottolineare con la musica jazz tratti del percorso poetico del poeta Distefano. Perché di un vero percorso si tratta quello compiuto dal poeta che si è messo a nudo nei suoi versi mostrando di sé paure  e ricordi, emozioni e profumi.

È una raccolta che parla di famiglia, di alternarsi di stagioni, di affetti che mancano, di persone portate nel cuore. Famiglia dicevamo: la figlia Annalisa ha curato la prefazione, il figlio Giovanni  il percorso fotografico e la moglie ne è spesso musa ispiratrice.  Uno scrigno dentro al quale sono rinchiusi ricordi, sensazioni, emozioni smarriti lungo il sentiero dell’esistenza, non persi, ma volutamente nascosti. Tre i nuclei fondamentali riconoscibili nella silloge: l’amore, la paura del tempo e della morte,e la protesta. “Per comprendere un poeta –afferma Valentina Raffa – bisogna ascoltare le sue parole. Leggendo le poesie di Carmelo Di Stefano si ha l’impressione che il poeta sia capace di dare corpo ad immagini che tutti abbiamo dentro. Ma vi è anche un piglio sferzante tradotto però in uno stile versatile, a volte con un linguaggio sperimentale reso però in modo semplice e naturale”.  “ Credo che per poter capire questo testo – conclude Pisana – bisogna fare una lettura in chiave retrospettiva. Il libro e punto d’arrivo di un percorso che parte da molto lontano. Quella di Di Stefano non è poesia dell’emotività ma del sentimento inteso come capacità di saper leggere la realtà attraverso la sperimentazione di essa: è facoltà di conoscenza, di intuizione. La poesia di Di Stefano è intrisa di amore che si intreccia con l’esperienza di vita poi arricchita dalla maturità che è crescita nell’amore sentito come capacità di riamare. Infine , vi è la fase del sogno inteso come apertura alla speranza. Questo il percorso che porta alla la fase di “Oggetti smarriti”. L’ultima fase. La fase del ritrovare e del ritrovarsi”. 

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