MODICA, OMAGGIO AL MAESTRO PIETRO FLORIDIA

Sabato 5 Febbraio a partire dalle 19,30 al Teatro Garibaldi di Modica si terrà una “CONFERENZA-CONCERTO” in omaggio dell’illustre maestro modicano Pietro Floridia. In occasione del 150° anniversario della sua nascita verranno eseguite composizioni per pianoforte da maestri come: Ausilia Pluchino Severino, Giorgio Cannizzaro e Giorgio Rizza. Per occasione verranno esposte le poesie di Giorgio Sparacino. Pietro Floridia nacque a Modica il 5 Maggio 1860. La madre ben presto lo iniziò allo studio della musica, così da distrarlo dalla malattia debilitante che lo colpì sin da giovanissimo. Dato il suo innato talento, i genitori decisero di iscriverlo, nel 1873, al prestigioso Collegio Reale di Musica San Pietro a Maiella di Napoli, dove studiò pianoforte con Beniamino Cesi e composizione con Paolo Serraro e Lauro Rossi. Qui si diplomò direttore d’orchestra e compositore a soli 19 anni.

Ancora studente, la Casa Editrice Lucca di Milano pubblicò alcune sue composizioni pianistiche, che gli permisero di mostrare il suo talento su scala nazionale ed essere apprezzato negli ambienti musicali. La sua prima opera, risalente al 1882, fu “Carlotta Clepier”, in tre atti con libretto di Antonio De Lerma, che venne rappresentata al Circolo Nazionale dell’Opera di Napoli esattamente il 5 maggio. Nonostante il successo della rappresentazione, su suggerimento di alcuni musicisti si ritirò nella sua casa di campagna, alle “Aguglie”, dove trascorse tre anni impegnato nello studio di  Bach, Wagner, Mozart, Beethoven e d’altri compositori per una preparazione più ferrata. Nel 1885 Pietro Floridia incominciò una tournee che lo portò nei maggiori teatri d’Italia e d’Europa, ovunque ben accolto. Nel 1888 gli fu conferita la cattedra di primo professore di pianoforte al Conservatorio Regio di Palermo, dove conobbe la svizzera Lina Nickel, che sposò nel 1890 e dalla quale ebbe Perla Vittoria. Fu proprio a Lina Nickel che, nel 1889, dedicò una “sinfonia in re minore”, che gli valse Primo Premio della “Società del Quartetto” di Milano; premio bissato nel 1892 grazie ad una sonata per pianoforte in stile classico, sempre conferitogli dalla stessa società. Nel frattempo gli furono pubblicate quattro composizioni per pianoforte risaltate dalla critica siciliana. Dopo questi successi, incominciò a scrivere una tra le sue maggiori opere, “Maruzza”, ambientata a Modica e rappresentata per la prima volta al teatro Malibran di Venezia il 22 Agosto 1894.

Nel 1897, alla Scala di Milano, ci fu la prima dell “Overture per Donizetti”, scritta da Floridia in onore del centenario di nascita del grande musicista. Nel 1899 venne messa in scena, al teatro Costanzi (oggi Teatro dell’Opera) di Roma, “La Colonia libera” (ambientata in Messico), con libretto di Luigi Illica. Questa opera rappresenta sicuramente un altro degli “highlights” della sua carriera. L’opera debuttò alla presenza di Margherita di Savoia e molti importanti critici musicali, decretando così la sua definitiva consacrazione. Nel 1903 Pietro Floridia completò a Lugano la composizione dell’opera “The Scarlet Letter”, basata sul famoso romanzo di Nathaniel Hawthorne. Alla morte di Giuseppe Verdi, avvenuta due anni prima, il nome di Pietro Floridia era stato proposto come successore del massimo compositore operistico italiano, a dispetto di rivali del calibro di Leoncavallo, Mascagni e Puccini. “Conditio sine qua non” per la sua selezione a successore fu, però, la richiesta alla moglie di offrire i suoi favori ai titolari della Casa Ricordi. Offeso ed estremamente indignato di ciò, Pietro Floridia decise di emigrare in America, ed era il 6 Aprile 1904 quando arrivò ad Ellis Island.

Si recò quindi a New York, ma qui il direttore della Metropolitan Opera House si rifiutò di portare in scena “The Scarlet Letter”, e da ciò la decisione di recarsi a Cincinnati, dove gli venne affidata la cattedra di professore di musica al Cincinnati College of Music nel 1906, rinnovata nel 1908. Questo fu un momento molto importante per il Floridia, visto che il college era uno dei più prestigiosi d’America. Nel 1910, in occasione della “Ohio Valley Exposition”, gli organizzatori della fiera commerciale-culturale, gli chiesero di comporre qualcosa che potesse esaltare la bellezza del loro stato, e fu questo il momento del concepimento di un nuovo, importante capolavoro: “Paoletta”. Il giorno del debutto, nella Music Hall di Cincinnati, alla fine del primo atto, erano addirittura 48 le chiamate del pubblico per il bis. L’opera fu un successo incredibile; fu infatti rappresentata per un mese consecutivo, registrando sempre il “tutto esaurito”; e nonostante la Music Hall contasse 2700 posti a sedere, furono in tanti a rimanere in piedi. 

Nel 1913 fondò e diresse un’Orchestra Sinfonica Italiana. In questo periodo proseguì intensamente l’attività di compositore. Ma nel musicista rimase sempre il desiderio di ritornare nella terra natia. Si trasferì quindi a Chicago, dove l’ “America Opera Society” gli conferì nel 1930 il suo massimo premio: la “David Bisphah Medal”. Agli inizi degli anni ’30 ritornò a New York, ma la vita nella “Grande Mela” lo deluse nuovamente. Poche ore prima di essere ricoverato in ospedale Pietro Floridia completò la sua ultima opera: “Malìa”.  Il 6 Agosto 1932, al Columbus Presbiteryan Hospital, il grande compositore muore a causa dei postumi di un intervento chirurgico mal riuscito. In Italia ad interessarsi della notizia della morte di Floridia furono “La Stampa” e “Il Pensiero Teatrale”. In quel periodo era in compilazione la grande enciclopedia italiana e venne proposto il nome di Floridia ma non venne mai inserito.

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