MODICA, NOTA DI PAOLO NIGRO CAPOGRUPPO TERRITORIO

Al Sindaco Buscema, che sempre di più evoca l’immagine di Pinocchio cui si allungava il naso quando diceva bugie, essendosi da sempre professato “catto-comunista”, non posso non raccomandare di rileggere l’enciclica “Caritas in veritate”.

Confessi le innumerevoli fandonie raccontate sin dai comizi del 2008 fino a quelle contenute nelle ultime dichiarazioni rese alla stampa.

Erano vere le montagne di debiti di cui parlava nei comizi elettorali ed agli inizi del Suo mandato od è vera la notevole riduzione del disavanzo, di cui parla oggi ed a quale disavanzo si riferisce? A quello accertato dal commissario straordinario con il consuntivo 2007 od a quello non cartaceo di oggi?

Se fosse vera la notevole riduzione del disavanzo, quello reale non formale, come spiega che i lavoratori delle cooperative sociali non hanno percepito da oltre 13 mesi i loro modestissimi compensi, i dipendenti comunali due mensilità maturate e le spettanze arretrate, i lavoratori della Servizi per Modica (già Modica Multiservizi e Modica Reteservizi)  tre mensilità e la 13^ e gli operatori ecologici,  Etc. ??

Delle due l’una: o fa il forte con i deboli o mente sapendo di mentire. Probabilmente entrambe le ipotesi sono realistiche, tant’è che resta insensibile alle tante grida di dolore che provengono da questi lavoratori e dalle loro famiglie e millanta politiche finanziarie virtuose.

In compenso (mi ripeto) fa l’incensata ai dipendenti comunali dopo averli esposti alla gogna mediatica e definiti fannulloni e ingrati.

Ieri mattina recandomi a Palazzo di Città, passando davanti l’ex Palazzo delle Poste, mi sono stropicciato gli occhi, ritenendo che fosse una visione ciò che ad essi appariva. 

Purtroppo non era una visione, era vero: uno dei pochi immobili certamente appetibili se posto in vendita, quale per l’appunto l’ex Palazzo delle Poste, è stato destinato ad allocare tutti gli uffici delle entrate (tarsu, acqua, etc.).

Ciò è avvenuto in dispregio alla volontà del consiglio comunale che, a suo tempo, decise di acquistare il palazzo di certo non per farne uffici, tant’è che fu espletato un concorso di idee finalizzato ad individuarne la migliore possibile destinazione d’uso.

Il Sindaco, colui che dispone del patrimonio immobiliare del Comune, non ha preso in alcuna considerazione le sollecitazioni avanzate dal consigliere D’Antona e quelle emerse nel dibattito consiliare relativo alla mozione d’indirizzo proposta dallo stesso consigliere, bocciata dalla ibrida maggioranza PD-MPA, con la quale si intendeva giustappunto  escludere l’utilizzazione per nuovi uffici e favorirne, di contro, la valorizzazione e messa a reddito di tale immobile.  

Quali imperiose motivazioni hanno indotto il Sindaco a non prendere in considerazione soluzioni alternative, quale, ad esempio, quella di allocare detti uffici in altri idonei immobili, magari di valore storico-architettonico, peraltro già usati in passato molto utilmente, oggi e da tempo inutilizzati?

Incredulo sono entrato nel Palazzo e sono rimasto basito constatando in quali condizioni sono stati “costretti” i primi dipendenti comunali trasferiti, praticamente ammassati, senza un minimo di funzionalità nella distribuzione degli spazi, etc.

Le bugie, le ultime, che il Sindaco teme vengano scoperte sono quelle che potrebbero emergere negli  istituendi tavoli tecnici tematici, quelli promessi nell’ultima conferenza dei capigruppo convocata dal Presidente Scarso su richiesta dei sindacati, che dovrebbero prevedere la partecipazione delle organizzazioni sindacali, delle rappresentanze consiliari (di maggioranza e di opposizione), di dirigenti comunali e di rappresentanti della giunta, da finalizzare alla individuazione di proposte concrete per uscire dall’emergenza? 

Teme che in quelle sedi possano venire a nudo le verità finanziarie e le proposte a lui non gradite, atteso che tutto lascia dedurre che ha deciso di “tirare a campare” fino alle prossime elezioni stringendo le cinghie degli altri, quelle dei lavoratori, delle imprese, dei cittadini ..?

Non è una vergogna “vendere”, nel nostro caso è un dovere farlo per scongiurare il peggio. Per un cattolico “pensare agli ultimi” e non all’eventuale consenso che si potrebbe perdere nelle imminenti consultazioni elettorali sarebbe un “obbligo morale categorico”.

Applichi il Signor Sindaco il mai superato: “… A MALI ESTREMI (il disavanzo finanziario, quello vero) ESTREMI RIMEDI (entrate straordinarie in aggiunta a quelle ordinarie, cioè a quelle derivanti dai trasferimenti di Stato e Regione e dalle entrate proprie)”. 

Rifletta il nostro “Primo” cittadino e recuperi il “BUON SENSO DEL PADRE DI FAMIGLIA”!

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it