MODICA, IL DIRIGENTE SCOLASTICO DEL “VERGA” RISPONDE AL PROF. DI ROSA

“Nel suo intervento su un quotidiano locale del 2 marzo 2011 Lei mi accusa di aver scatenato (cito testualmente) “una sorta di guerra di religione al corpo docente dell’Archimede”. Il fatto stesso che Lei utilizzi questa espressione indica, da parte sua, la chiara volontà di alzare polemicamente i toni di un dibattito forse acceso, ma, finora, a mio avviso sempre civile e rispettoso delle diverse opinioni e della dignità di tutti e di ciascuno. E’ superfluo, peraltro, ricordare a Lei e a chi legge che a sollevare la questione dell’accorpamento del Geometra “Alberti” all’ITC “Archimede”, scorporandolo dal “Verga”, è stato il Consiglio di Istituto della sua scuola, in occasione della richiesta del Verga, in costante crescita per numero di alunni iscritti, all’Ente Provincia di nuovi locali. Infatti, il Dirigente del suo istituto, prof. Rosolino Balistrieri, al quale, peraltro, mi hanno legato significative esperienze culturali e professionali, dichiarava in data 24.2.2011 al Corriere di Ragusa: “Siamo disponibili a cedere parte dei nostri locali, ma a condizione che il Geometra torni a questo istituto … Ma se la Provincia intendesse prendersi i nostri locali con la forza per cederli al Verga, non lo accetteremmo, agendo di conseguenza”. L’uso dell’aggettivo possessivo per locali di esclusiva pertinenza e proprietà dell’Ente Provincia appare quanto mai improprio, mentre la dichiarata “disponibilità condizionata” la dice lunga sulle reali finalità della presa di posizione. Sempre nel suo intervento del 2 marzo 2011 Lei mi attribuisce, inoltre, la responsabilità di aver posto la questione al Collegio Docenti del Verga, a cui Lei non manca di ricordare che ha “competenze esclusivamente didattiche” (leggasi forse “non abilitato ad esprimere opinioni” ?) in modo “distorto, confusionario e manipolatorio”. Sono espressioni che ledono la mia immagine personale e professionale, e di cui Lei avrà certamente valutato la portata e le possibili, conseguenti, assunzioni di responsabilità. Con la convocazione del Collegio del Verga (peraltro sollecitata da alcuni docenti) chi scrive aveva inteso soltanto rispettare il diritto all’informazione ed alla libera espressione di opinioni, anche diverse, da parte dei soggetti interessati all’operazione di “ritorno al passato”, proposta dalla scuola di cui Lei è docente, nonché, è lecito presumerlo, interprete dell’opinione se non unanime quanto meno prevalente. Lei mi insegna, quale valente insegnante di Italiano e Storia (così almeno mi dicono, non avendo, ripeto, il piacere di conoscerla personalmente e professionalmente), che spesso la Restaurazione non è condivisa dai soggetti ai quali si vuole proporre. O forse sarebbe meglio utilizzare “imporre”: scelga il termine più appropriato, viste le sue competenze professionali. Sulla questione la presa di posizione del Collegio del Verga è chiara e trasparente. Peraltro Lei, non essendo docente del Verga, non è stato presente al Collegio di cui parla, collegio nel quale io avrei trascinato i docenti in una “polemica strumentale maldestramente diretta” (cito ancora testualmente). Evidentemente, nel formulare questo pesante giudizio, si è fidato di “voci di corridoio”, di “si dice che”, di “pare che” etc.. Non è da Lei, prof. Di Rosa, che (mi dicono), avrebbe fama di persona puntualmente informata sui fatti, oltre che di educatore intellettualmente onesto e rigoroso. Allora, professore, si sarà trattato di una “caduta di stile”, altra espressione da Lei utilizzata per indicare la presa di posizione dei docenti del Verga, suoi colleghi. Secondo Lei essi si sarebbero lasciati “manipolare e confondere” dal sottoscritto: Le assicuro che non può essere così. Ho imparato dai quotidiani rapporti di lavoro con ciascuno di essi che sono persone capaci di manifestare liberamente e correttamente le loro opinioni, sempre personali e costruttivamente motivate. Saranno loro a spiegarglielo meglio, se lo riterranno opportuno. Allora, professore, forse non c’è stata una “caduta di stile”, ma una totale “mancanza di stile”, e non da parte dei docenti del Verga: a Lei la riflessione. Quella stessa, importante facoltà che, chi ha responsabilità educative e culturali, dovrebbe avere come “habitus” mentale, non solo nel rispetto della verità dei fatti, ma anche, e soprattutto, della dignità delle persone e del loro quotidiano impegno a favore e a beneficio della comunità scolastica, prima di emettere frettolosi e superficiali giudizi su uomini e cose. Fiducioso che Lei sappia accogliere in maniera positiva e costruttiva quanto da me espresso (questa volta, mi auguro, in maniera chiara, non distorta e, mi creda, senza alcun intento manipolatorio), La invito ad un corretto e leale scambio di idee in presenza e di persona. Potrebbe essere questa l’occasione per conoscerci e, perché no, per “stimarci”, pur essendo al momento, e in merito alla presente questione, su posizioni diverse ma altrettanto legittime e degne di essere rispettate”.

 

 

 

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