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“Mettete fiori nei vostri cannoni.” La saggezza dei bambini
12 Mag 2022 08:35
“Houston! … qui Ragusa.”
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
Un significato profondo. Una risonanza verticale.La scorsa settimana, di un maggio non qualsiasi, gli alunni della sede di Marina di Ragusa dell’Istituto S.Quasimodo hanno preso parte all’iniziativa promossa dall’Associazione G.A.S. Mazzarelli “Mettiamo dei fiori nei nostri cannoni”. Ispirato al titolo del brano de “I Giganti” (anno 1967), il messaggio pacifista, mai tramontato, è ritornato attuale più che mai.Dalla Scuola dell’Infanzia alla Secondaria, gli alunni, guidati dai docenti della scuola, hanno realizzato decorazioni floreali di carta e hanno ricoperto di fiori e colori i cannoni della “Dogana”, rivestendo di luci ed emozioni una giornata uggiosa e molto ventosa.
In una scuola che, come altre a Ragusa, ha accolto bambini ucraini sfuggiti alla tragedia. Una scuola zampillante di sezioni e classi arcobaleno, con le sfumature contemplate da orizzonti come continenti, classi come nazioni, voci come esperanto.Un rito collettivo tra arte e sogno, intimità e civiltà. Anche questa è didattica. Anche qui è lo spirito di una civiltà. La rappresentazione plastica e urbana di una liturgia sacra degli auspici.Immagini come parole nuove lanciate dal Terzo Millennio al mare antico della storia che non capisce i nativi digitali. Cresciuti essi nella naturalezza imprescindibile di parole come “inclusione”, “tolleranza”, “condivisione”, “pace”, “diversità?”…Spirito di pace, unione e vicinanza che attraverserebbe il mare e ogni confine, fino a giungere forse ai territori ucraini dilaniati dal conflitto, come chiosato dallo “psicopoeta” della scuola, travolto anch’egli dal vento e dalla festa mite:”Da Ragusa a Kiev con amore.
In quest’angolo sghembo di Sicilia,dove gli alunni sono tante lingue,la scuola insegna il futuro,i fiori arrendono i cannoni,il vento tempesta il mare,i bambini tentano la pace,lo psicologo vola come sabbia.E ogni cosa è simbolo e meraviglia.Sugli occhi stralunati del mondo.”
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