MENTRE A PALERMO SI DISCUTE DEL NULLA, LE IMPRESE SONO AL COLLASSO

L’Ance torna chiede con forza alla regione di accelerare sul Patto di stabilità per il triennio 2011-2013 e sul mancato pagamento alle imprese.

“La nota che ci ha inviato il sindaco di Chiaramonte, in merito all’assurda regolamentazione del Patto di stabilità, merita la massima attenzione. Non foss’altro perché riafferma con forza ciò che ormai da tempo andiamo dicendo sia a livello locale che regionale: il Governo Lombardo e tutte le altre forze politiche accelerino sulla “Regionalizzazione del Patto di stabilità” per il triennio 2011-2013, se è vero che hanno a cuore la sopravvivenza delle imprese siciliane, e consentano che nella Finanziaria di prossima discussione all’Ars sia inserito il recepimento del relativo decreto del ragioniere generale dello Stato, così come proposto dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Pier Carmelo Russo”.

Esprime la propria preoccupazione in questi termini il presidente di Ance Ragusa, Giuseppe Grassia, per la mancata definizione di interventi tesi ad alleggerire il carico, sempre più gravoso, sulle imprese.

“Sin dallo scorso 7 marzo – continua Grassia – l’Ance Ragusa ha invitato gli amministratori locali, sindaci e presidente della Provincia, a concretizzare le dovute pressioni a livello di Anci Sicilia e Upi Sicilia per sbloccare l’attuale situazione che impedisce agli Enti virtuosi, come appunto il Comune di Chiaramonte, di onorare gli impegni con le imprese e procedere a nuovi investimenti. Ci siamo attivati, sin dal maggio scorso, con l’assessore Pier Carmelo Russo affinché si facesse promotore nei confronti dell’assessore al Bilancio, Gaetano Armao, di una simile procedura e siamo giunti a ottobre senza alcuna risposta né politica né amministrativa, ma solo con una condivisione del percorso da parte dell’assessore alle Infrastrutture Russo e di quello alle Attività produttive Venturi.

Mentre a Palermo si discute sul nulla, nel resto d’Italia altre Amministrazioni regionali e locali si sono già attivate a modificare il Patto consentendo una redistribuzione dei budget assegnati agli enti locali, con scambi di quote fra chi è in attivo e chi è in passivo, e la possibilità di un successivo recupero delle quote cedute. Non comprendere che bisogna attivarsi subito significa non avere chiaro il dramma che stiamo vivendo come imprese, come maestranze e come cittadini in genere: i Comuni e le Province oggi non sono nelle condizioni di sbloccare tutte quelle risorse disponibili per via dei vincoli imposti dal Patto di stabilità. E’ giunto il momento di dimostrare se il Governo Lombardo è in grado di passare dalle parole (tante) ai fatti (pochi). Non possiamo attendere un attimo in più. Siamo al collasso”.

 

 

 

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