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Mattia, Thomas e gli altri: morte in agguato su strade cittadine ed ex provinciali
06 Ago 2021 13:29
S’inaugurano i primi chilometri di autostrada, ma è sulle strade comunali ed ex provinciali che bisognerebbe investire in sicurezza. Dall’inizio dell’anno, nel ragusano sono 17 le vittime di incidenti stradali, centinaia i feriti finiti in ospedale, alcuni dei quali in gravi condizioni e con conseguenze fisiche che si porteranno dentro per il resto della vita.
Una lista senza soluzione di sesso, d’età, di colore della pelle, d’estrazione sociale. Si continua a morire in auto, in moto, a piedi. Unico comune denominatore: la strada che si percorre per l’ultima volta, pensando che sia una delle tante volte: arterie cittadine ed ex provinciali.
L’ultima tragedia si è consumata all’alba di mercoledì scorso, sulla Modica-mare, una delle strade una volta di competenza della Provincia. Da quando questi enti sono stati trasformati in liberi consorzi di Comuni o Città metropolitane, la manutenzione spetta nella maggior parte quasi sempre agli enti locali, tranne alcuni casi di competenza dell’Anas.
Con i bilanci sempre più striminziti, i comuni fanno già fatica a mantenere le strade urbane. Risultato? Manutenzione sotto i livelli ordinari, il minimo per ottenere un sufficiente livello di sicurezza.
Sia chiaro: le concause principali degli incidenti mortali restano la distrazione, il malore, il mancato rispetto del codice stradale, alta velocità in prima battuta.
C’è un però che diventa un interrogativo, soprattutto fuori città: quante morti si potevano evitare senza le continue buche nell’asfalto, le erbacce che ostruiscono la visibilità in curve e incroci, la segnaletica orizzontale ormai sbiancata, i guardrail vecchi e assassini?
Dei 17 morti, 3 sono stati causati da incidenti autonomi a Ragusa, Modica, Chiaramonte Gulfi. Gli altri tra Vittoria e Scoglitti, strada con fin troppe lapidi a ricordare recenti e remoti eventi funesti, sulla Vittoria-Acate e, soprattutto, sulla Santa Croce Camerina-Comiso. Qui, il 27 aprile furono cancellate le vite di quattro cittadini africani di ritorno dal lavoro sui campi.
Arriveranno altri chilometri di autostrade, nel ragusano. Ma questi e tanti altri morti dicono che bisognerebbe investire soprattutto nella sicurezza delle strade interne.
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