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MARZIA AMERICO VISTA DA…
28 Mag 2014 10:26
Nasce ad Agrigento da padre dilettante pittore, dove consegue studi classici Prosegue la sua formazione culturale a Roma, presso La Sapienza Università di Roma facoltà di giurisprudenza, dove vive per circa 5 anni, diviene avvocato presto all’ età di 25 anni. Madre di due ragazzi, coltiva la sua passione nell’ intimità della sua casa. Poco incline a mostrare la sua attività e la sua persona decide molto tardi di esibire la sue opere, le sue non molte esibizioni però appaiono importanti e significative, tra queste la sua partecipazione all’ evento ” Il cielo svelato ” presso Sant’ Andrea al Quirinale Roma 2 maggio 2013, ma anche quella più recente che si è tenuta presso La Biblioteca Angelica Roma Il 1 di Febbraio 2014. La sua ecletticità artistica la porta anche oltre, e così l’amore per l’arte e la cultura siciliana la inducono alla realizzazione di originali paralumi dipinti ad olio rappresentanti scene dei carretti siciliani. Questi sono oggi esposti al Museo di arte siciliana Biscari presso Catania e in Aruba Antille presso l’Atelier del noto artigiano olandese Marc Uljee con il quale Americo collabora.
Sentimento e pittura nell’opera di Marzia Americo. Marzia Americo, avvocato ma da sempre pittrice per passione, nasce ad Agrigento e vive ed opera in Sicilia, la sua terra è fonte primaria di ispirazione. Vedute di mare. Le onde marine s’infrangono sugli scogli per diventare acqua spumeggiante che si eleva con leggiadria verso il cielo azzurro, i gabbiani si lasciano sollevare dalla brezza per spiccare il volo. Il flutto in subbuglio movimenta la notte nera illuminata dalla luna piena che si rispecchia nell’effervescente scroscio argenteo. Sono due anime che abitano le opere di Marzia Americo. E sono l’amore e la passione che infondono la linfa vitale alla ricerca artistica della pittrice siciliana intenta a rendere omaggio alla sua Isola circondata dalle maree e benedetta dai paesaggi fertili. Come leitmotiv a lei caro appare subito il mare nelle sue varie personalità. Incontrando le pitture ad olio di Marzia Americo, si percepisce una duplice valenza del mare, essendo – da un lato – l’elemento indispensabile che dona vita, espressione del bello, ma dall’altro canto può scatenare la sua indomabile forza sull’uomo divenendo il luogo di drammi e sciagure. In questo senso, l’opera “Morire per vivere” raffigurante imbarcazioni clandestine in preda al mare burrascoso, allude ai tragici naufragi avvenuti davanti alle coste siciliane. La dicotomia intrinseca diviene evidente, considerando che le maree possono dividere i Paesi, rendendo il vicino irraggiungibile, ma che al contempo possono unire i popoli che condividono le stesse rive. Come nell’opera del maestro romantico William Turner, anche nelle opere di Marzia Americo trapela una propensione a voler afferrare certi momenti atmosferici catturandoli nel pigmento denso delle sue tele dipinte ad olio. Sembra assistere ad un grande falò vedendo il bagliore del sole arancione che genera un tramonto incandescente sull’acqua marina. Oppure ci si sente trascinati dentro il dipinto da un fenomeno naturale ottico creato da una leggera nebbia mattutina sospesa sull’acqua, capace di avvolgere tutto in un’aura mistica, ovattata. Questi scorci di mare che inquadrano frammenti di un qualcosa di immensamente grande, richiamano anche le pitture di Caspar David Friedrich, uno dei principali esponenti del romanticismo tedesco. Il pittore nordico e la pittrice mediterranea manifestano delle analogie nel loro approccio alla natura che nei loro quadri contemplano nella sua beata tranquillità ma anche nel suo fascino sublime che sovrasta l’uomo. Marzia Americo s’immedesima nell’indole mutevole del mare, rappresentandone, talvolta, la sua invitante e calma natura, altre volte evidenziandone la sua indomabile potenza. L’artista si avvicina alla rappresentazione del mare non illustrandone la mera apparenza ma dando un corpo (cromatico) al suo aspetto inafferrabile. Nelle sue opere, riesce a svelare il carattere metafisico e trascendente della natura che appare come specchio di un paesaggio interiore. Il desiderio struggente di volersi abbandonare alla vastità dell’universo – implicito nel titolo della mostra con il verbo declinato all’infinito che allude all’infinità del mare – si manifesta nella tela “La Linea apparente” dove una figura femminile con un bambino in braccio posizionata su una roccia, vestita di un solo grembiule, è rivolta verso un mare tempestoso dando le spalle all’osservatore. Il cielo plumbeo apre ad uno scenario apocalittico facendo penetrare dei raggi di sole attraverso dense nuvole, i quali si rifrangono sulla linea oscura dell’orizzonte. La figura umana assorta in una meditazione quasi animistica davanti alla natura con le spalle all’osservatore, è l’emblema della pittura romantica tedesca già ritrovabile nel “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich, risalente al 1818. La consapevolezza di essere isolani costituisce un aspetto essenziale per le opere di Marzia Americo, le quali si permeano della stessa vitalità dei suoi abitanti, incarnando una passione per i suoi spettacoli naturali e una ricchezza e unicità dei suoi paesaggi. Si risente della forte attrazione affettiva che la pittrice nutre verso la Sicilia quando nei suoi dipinti riesce a trasmettere le sensazioni dello scroscio delle onde o il sussurro del venticello estivo che accarezza la sabbia. I suoi orizzonti marini generano una sorta di fulcro della sua ricerca pittorica, un filo narrativo che si snoda attraverso queste opere unendole sotto una forte poetica visiva. Guardando i dipinti di Marzia Americo si risveglia un sentimento che già Goethe aveva così annotato: “L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto” […] “La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra … chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita”. [Viaggio di Goethe in Italia 1817]. Dr. Julie Kogler art curator and critic Per capire meglio la sua pittura non si deve dimenticare che l’Americo è stata selezionata nel 2011 per un’esposizione personale presso Villa San Marco, Agrigento, in occasione della presentazione ” Elegia delle donne morte” di Beatrice Monroy. Questo fa riflettere sul mare da lei dipinto, nel quale c’è tutta la morte che i siciliani, dicendo una frase di Tomasi di Lampedusa, si portano dentro da quando nascono. Il mare nei suoi dipinti ha tutto l’ardore della paura della tristezza e la forza delle onde riflette la giornata quotidiana delle giovani donne siciliane. Sono elegia delle donne morte tutte le onde forti di quel mare meraviglioso che anche quando è calmo e azzurro, conserva i fiori secchi sulla spiaggia.”(Daniela Semprebene).
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