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MARGHERITA MARGANI NICOSIA
10 Ago 2014 06:50
Leggendo l’affettuosa biografia di Margherita Margani, scritta da una sua amica, Evelina Garofalo Iuculano e pubblicata dalla F.I.D.A.P.A di Ragusa nel 1977, non si può che condividere la frase di George Eliot , scrittrice inglese dell’800, citata nella prima pagina:
“Potete provare ma non riuscirete mai ad immaginare che cosa significhi sentire dentro di voi la forza del genio come un uomo e soffrire la schiavitù di essere donna “
Margherita Margani nasce il 17 Settembre 1900 a Castellamonte, in provincia di Torino.
La madre, Maria Pollino, è figlia di un industriale della ceramica, il padre, Giuseppe, compositore e direttore d’orchestra, discende da un’antica e facoltosa famiglia di Niscemi.
L’infanzia di Margherita si svolge tra Sicilia e Piemonte.
Studia a Torino e consegue la maturità classica a soli 16 anni con la licenza d’onore.
Vorrebbe studiare Ingegneria, ma le leggi del tempo non glielo permettono.
Dotata di una voce di soprano, vorrebbe intraprendere la carriera artistica, ma, nonostante l’esito positivo dell’audizione alla Casa Ricordi, è proprio il padre musicista a scoraggiarla, per le amarezze che lui stesso aveva dovuto soffrire nel mondo del Teatro.
Si laurea in Lettere Classiche a vent’anni con il massimo dei voti e la lode, consegue il diploma di magistero con 50/50 e dichiarazione di eminente attitudine all’insegnamento di Greco nei licei.
La sua aspirazione è insegnare in un Liceo Classico di una grande città del Centro Nord, ma, pur essendosi classificata terza in un concorso a cattedre nazionale, non viene neppure inserita nella graduatoria e la cattedra viene assegnata ad un docente di sesso maschile.
Nel 1921 comincia la sua carriera di insegnante a Torino nell’Istituto Nazionale Figlie di militari, la prosegue al Ginnasio pareggiato di Orvieto, e nel 1924 prende servizio come titolare di Latino e Greco nel Liceo di Noto, dove rimarrà sino al 1931.
Qui conosce il professor Paolo Nicosia, critico letterario, dantista di fama nazionale, poeta e finissimo traduttore di poeti latini, che sposerà nel 1931.
Si dice che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, ma deve essere una grande donna che sappia stare nell’ombra . E questo non è il caso di Margherita Margani.
Si dice pure che una donna d’ingegno non può essere compresa da un uomo mediocre, ma s’illude, se cerca l’intesa con un uomo a lei pari.
Se i condizionamenti della tradizionale ripartizione dei ruoli funzionano ancor oggi, tanto più difficile doveva essere negli anni trenta riuscire a conciliare le aspirazioni di una mente colta con la quotidianità dei compiti domestici che, secondo molti uomini, e, purtroppo, anche molte donne, dovrebbero pienamente appagare una donna che ha scelto il matrimonio.
Le incomprensioni amareggiano la vita coniugale della Margani e la costringono a separarsi dal marito per brevi periodi e poi definitivamente dopo la tragica morte del figlioletto Giuseppe, di appena quattro anni, nel 1942.
Ma le rinunce e le sofferenze che caratterizzano il suo “privato” non riescono a domare la tempra di questa donna che si dedica con grande amore ed entusiasmo ai suoi figli, ai suoi studenti, alla ricerca. “Resterà sempre epistolarmente legata ai suoi maestri ….particolarmente con lo storico Gaetano De Sanctis e il grecista e latinista Angelo Taccone……..Non pemetterà a nessuno, neanche al marito, che non cessò mai di amare , di depauperare la sua ricca personalità e non si assoggetterà mai a vivere una vita piatta, priva di interessi, mutilata……..
L’aiuteranno a lenire in parte il suo grande dolore per la triste situazione familiare, la sua religiosità e la sua ricchezza spirituale …e soprattutto il suo spirito di adattamento che la indurrà ad accontentarsi delle poche briciole di serenità e di gioia a lei concesse…….
L’indomita passione per lo studio la solleciteranno ad addentrarsi nel fascinoso mondo delle scienze e delle lettere”
Insegna dal 1931 al 1937 nel Liceo Classico di Ragusa, riuscendo a trasmettere ai suoi allievi una vera passione per la cultura classica.
Scrive Carmelo De Petro :“Nel 1937 Margherita Margani Nicosia si trasferisce al Liceo Classico ‘Giosuè Carducci’ di Comiso che nasce proprio in quell’anno e acquista lustro (e questo senza iattanza campanilistica) a livello nazionale, proprio perché docente di Italiano e Latino è Paolo Nicosia e docente di Latino e Greco è Margherita Nicosia Margani.”
E ancora:
“Margherita Nicosia Margani fu comisana , non per nascita ma per elezione ,perché in questa città ebbero radici i suoi figli, la sua vita di studiosa, di docente e quivi riposano le sue ossa . Quivi, per più di vent’anni, insegnò Latino a metà dei Comisani, perché all’altra metà lo insegnò il marito in un tempo in cui nelle scuole i docenti insegnavano e gli alunni studiavano…”
A questo periodo risale anche il suo impegno politico nelle file della Democrazia Cristiana e la partecipazione, in qualità di consigliere ed assessore, all’amministrazione del Comune di Comiso.
Da un testimone abbiamo sentito raccontare che i suoi interventi in Consiglio Comunale cominciavano con una frase in greco antico!
La sua attività di docente si affianca fin dall’esordio a quella di saggista.
Notevole per qualità e varietà di discipline la sua produzione di scritti che testimoniano una raffinata cultura classica e un inconfondibile gusto.
Alcune opere sono inedite. Tra quelle pubblicate :“Sull’autenticità di una lettera attribuita a Galileo Galilei” 1922, “La battaglia di Maratona”(1926) e “Il mito di Edipo”(1927) che ebbe lusinghieri apprezzamenti da studiosi illustri.
Nel 1930 pubblica nella Rivista di Filologia e di Istruzione Classica
“Alcune questioni relative alla battaglia dell’Asinaro” riguardante la sua scoperta del sito preciso della battaglia stessa.
Dopo un silenzio della durata di otto anni vedono la luce i suoi scritti in lingua latina .
Scrive in proposito Carmelo De Petro:
“…Sarà forse anche pura coincidenza, ma è un fatto reale : a Comiso nasce la scrittrice latina . A Comiso…, nascono nel 1938 “Dux” che ebbe la menzione onorevole al IV concorso nazionale di prosa latina indetto dall’Istituto di studi romani, nel 1939 “Mater”, menzione onorevole al V concorso nazionale di prosa latina , nel 1940 “Agreste otium” ,primo premio al VI concorso Nazionale di prosa latina ,nel 1942 “Triste somnium”.”
Nonostante il primo premio di “Agreste otium” , l’opera più apprezzata è “Mater”
“..Mater è la composizione più bella della scrittrice ,perché la più compatta, la più coerente, La composizione va crescendo gradualmente, sviluppandosi sul tema congeniale della maternità in occasione della nascita del figlio Francesco”
“ “Santo Mazzarino giudica “Mater” un’opera di alta poesia che si distingue da tante altre per ricchezza di lirismo e di animus poetico, una poesia contenuta , ma altrettanto sincera e viva…In quanto alla lingua …essa, sotto l’ispirazione lirica, ha assunto un modo tutto nuovo di espressione”
Molto apprezzato anche il testo di introduzione e note al I° libro dell’Odissea pubblicato nel 1941 e nel 1959.
Gli scritti che le procurano maggiore fama sono “Sprazzi di luce sulla lingua etrusca” del 1951 e “Casmene ritrovata?” del 1955.
Dopo un lento, paziente e circostanziato studio che la impegna per diversi anni, alla fine del 1953 comunica al mondo scientifico l’esistenza, a quota 643 dei Monti Iblei soprastanti Comiso, dei resti di una città rispondente ai presupposti storici, strategici ed archeologici della misteriosa Casmene, antica colonia greca vanamente cercata nella zona ,prima da Paolo Orsi e poi da Biagio Pace
Riceve le congratulazioni di eminenti rappresentanti del mondo scientifico, tra i quali non mancano le rivalità, infatti qualcuno la mette in guardia dal pericolo di farsi strappare il merito della scoperta.
A questo ritrovamento è legato il tenace impegno della Margani per realizzare nella nostra provincia un museo archeologico.
Lettere alle autorità , conferenze ,colloqui con i sindaci di Comiso e Ragusa, con il prefetto e il delegato regionale all’amministrazione provinciale riescono ad ottenere un risultato concreto.
La giunta comunale di Ragusa, presieduta dal sindaco, Salvatore di Giacomo, con una delibera del 1 Dicembre 1955
“ha fatto voto alle autorità perché venga disposta la protezione archeologica e turistica dei ruderi della città di Cozzo d’Apollo; sia attuato e studiato un piano di scavi nella zona e sia raccolto in un museo da istituire a Ragusa il materiale archeologico ritrovato nella Provincia di Ragusa “
Il museo verrà aperto nel 1956” .
L’intensa attività scientifica e divulgativa legata all’archeologia non le impedisce di superare brillantemente nel 1955 il concorso a preside.
I membri della Commissione, che ne conoscono la fama, le chiedono per quale motivo si sia ‘AUTOSEPOLTA’, adattandosi ad insegnare in un liceo di provincia.
Torna al Liceo Classico Umberto I di Ragusa, dove ritrova, tra i professori più validi, alcuni suoi alunni, e si sente circondata da tanta stima e affetto.
Nel 1968 si ritira in pensione e si dedica al completamento della sua grandiosa opera sull’Etrusco.
Nessuna onorificenza le viene attribuita dal Ministero alla Pubblica Istruzione ma il Liceo Classico Umberto I “…quasi offeso per la carenza pubblica le offre una medaglia d’oro con incisa la dedica Eximiae magistrae matrique singulari 1924-1967” e una pergamena con una iscrizione in latino composta dal suo allievo Carmelo Minardi, stimatissimo docente di Latino e Greco.
E’ questa una delle poche grandi gioie della sua vita terrena.
Il 19 Maggio del 1971 muore, per le complicazioni seguite ad un intervento chirurgico.
Rimane incompiuta la sua più grande e preziosa opera alla quale aveva dedicato molti anni “Iscrizioni etrusche”, un volume di quattromila pagine manoscritte, diviso in tre parti:
I “Testo critico ed interpretazione di tutte le iscrizioni etrusche.”
II “Le origini degli alfabeti etruschi”
III “Lessico glottologico greco-etrusco; lessico glottologico latino-etrusco. Corrispondenze glottologiche dell’etrusco con le lingue indo-europee; Località di ritrovamento delle singole iscrizioni.
“Nonostante la grandezza del suo ingegno…. scrive Evelina Iuculano ”…era una donna semplice, bisognosa d’affetto, non faceva mai inutile sfoggio della sua profonda cultura e sapeva adattarsi a tutti i livelli; molto estroversa, riusciva sempre col suo vivo senso dell’humour a sdrammatizzare tutte le situazioni, anche le più incresciose”
I principi a cui informava la sua esistenza e che inculcava ai suoi figli erano “scienza e coscienza” “giustizia, verità e carità”.
Rileggendo questo profilo mi sono resa conto che altre grandi figure di intellettuali della nostra terra non sono più tra noi e meritano di non essere dimenticati.
1)Evelina Garofano Iuculano donna di grande cultura e nobiltà d’animo, socia fondatrice e Presidente della FIDAPA di Ragusa.
2)Carmelo De Petro. Stimatissimo Docente di Lettere. Poeta e Scrittore.
3)Carmelo Minardi Latinista e Grecista illustre e, nello stesso tempo, per quanti lo ricordiamo, uomo di grande umiltà che non disdegnava di ricorrere al dialetto ragusano nel corso di una conferenza “dotta”.
I profili biografici di Mariannina Coffa, Maria Schininà, Margherita Margani Nicosia sono tratti da:
Laura Barone“Tra terra e cielo. Due secoli di Storia Iblea al femminile”-Pubblicazione fuori commercio a cura della Consulta Comunale Femminile – Ragusa 2002
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