L’Hydria del “Pittore di Modica” ritorna a casa

Bentornata “Hydria” dopo anni di assenza e di attesa.
C’è voluta la mostra “Dei ed Eroi al Museo Civico” per ritrovare, di fronte ad un folto e qualificato pubblico incuriosito e attento e con gli occhi puntati, questa preziosa anfora greca del V sec A.C. che rappresenta una scena del “Giudizio di Paride” e attribuita al “Pittore di Modica”.

La mostra inaugurata ieri sera al Palacultura ha dato l’occasione per visitare una stanza attrezzata che ospiterà da qui in avanti reperti per un tempo limitato e che si trovano sparsi in altri territori ma che sono stati ritrovati a suo tempo a Modica.
“Finalmente Modica oggi potrà rivedere l’Hydria, commenta il dr. Calogero Rizzuto, Direttore dei Parco e del Museo archeologico di Siracusa, un’opera di grande valore archeologico che ritorna per essere ammirata anche se per un certo periodo nel luogo in cui fu rinvenuta.”

L’anfora su ritrovata da un contadino mentre scavava in un apprezzamento di contrada Oreto-Gallinara nel 1912. Come ci racconta Giovanni Di Stefano, archeologo e direttore onorario del museo “F.L.Belgiorno”, passò in proprietà della famiglia di Clemente Grimaldi. L’archeologo Paolo Orsi, sulla scorta di questo ritrovamento, iniziò in sito degli scavi che fecero emergere una serie di tombe.
“Da rilevare, sottolinea Giovanni Di Stefano, che all’interno dell’anfora furono ritrovate delle ceneri di ossa umane. Una cremazione ante litteram così com’era nell’uso che volessero i personaggi dell’elite di quel tempo una volta deceduti.

L’Hydria probabilmente dovette contenere ceneri di qualche persona assai benestante, un massaro di altri tempi.”
La sala è stata inaugurata all’assessore alla Cultura Maria Monisteri che esprime la sua soddisfazione per questo evento che “ci dà la possibilità di poter ammirare un reperto di così rara bellezza e fascino ed oggi esposto in un luogo che abbiamo volutamente destinare alle mostre temporanee; ovvero per la fruizione pubblica di tutti quei reperti che non si trovano a Modica ma ospitati in altri musei e che faranno, anche se temporaneamente, il loro ritorno in città. Stiamo lavorando alacremente per un altro evento di grande spessore archeologico.”
La scena raffigurata nell’anfora, come già scritto, è il “Giudizio di Paride” e sulla quale si è soffermata la dr.ssa Giuseppina Monterosso archeologa del Museo Paolo Orsi di Siracusa.

L’opera rappresenta una scena figurata con varie divinità, Era, Atena, Afrodite e con altri personaggi (Paride, Ermes) è un capolavoro della pittura vascolare della fine del V secolo A. C.
L’Hydria resterà al Museo archeologico del Palacultra per un periodo di sei mesi.

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