Le Secche di Circe svelano nuovi segreti: prorogata la campagna di ricerca archeologica nei fondali di Ispica

Con un’ordinanza della Capitaneria di porto di Pozzallo si autorizza lo studio oltre i termini temporali che, dapprima, erano stati dati. Lo studio in corso, per iniziativa della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, non si concluderà il 10 giugno, bensì il 14 dello stesso mese, condizioni meteo-marine permettendo.

Il provvedimento di proroga porta la firma del comandante della Capitaneria di porto di Pozzallo, Luigi Vincenti, ed è stato disposto su richiesta dei due soggetti impegnati nella ricognizione e nella mappatura dei manufatti di interesse archeologico esistenti nell’area marina denominata “Secche di Circe”, in territorio di Ispica.

Perché sì, proprio le Secche di Circe rappresentano un sito di interesse storico sommerso. È qui che la ricerca marina, da anni, sta riuscendo nella restituzione di tracce di naufragi avvenuti fin dall’antichità nello specchio di mare ispicese, conosciuto come un’oasi di grande pregio naturalistico e archeologico.

Nei fondali delle “Secche di Circe”, in particolare nel tratto marino antistante Punta Cirica, sono stati trovati, alcuni anni fa, i resti di un’imbarcazione presumibilmente lunga circa 14 metri e larga 5, risalente al VI secolo avanti Cristo. Trovati anche legni lavorati e rivestiti da lamine di piombo, diversi elementi plumbei e tavole di fasciame affioranti tra le pietre di zavorra.

Si prosegue nella ricerca

Come conseguenza a questi ritrovamenti, in capo a subacquei volontari componenti del Gruppo Subacqueo dell’associazione culturale BCsicilia, in stretto contatto con i responsabili della Soprintendenza del Mare, si prosegue nella ricerca con ulteriori indagini ricognitive, iniziate a metà di questo mese di maggio ed autorizzate ora fino al 14 giugno. Sono indagini finalizzate a stabilire la consistenza del ritrovamento ed eventuali nuovi resti archeologici immersi nel limpido mare della costa ispicese.

Le immersioni, da parte degli esperti archeologi subacquei, vengono eseguite dalle ore 8 alle 18, con la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia impegnata nel lavoro di studio e di ricerca assieme agli esperti dell’Università di Udine.

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