“LE FOTO PIU’ BELLE DEI NOSTRI LETTORI”

Ottantaduesima uscita della rubrica “Le foto più belle dei nostri lettori” in compagnia della nostra amica-lettrice Lucia Iacono. Il protagonista di questo scatto è il Duomo di Siracusa, cattedrale della città, che sorge sulla parte più elevata dell’isola di Ortigia, su quello che era un tempio dedicato ad Atena (Minerva). Il tempio, di ordine dorico fu eretto nel V secolo a.C. dal tiranno Gelone in seguito alla vittoria contro i Cartaginesi nella battaglia di Imera.

L’Athenaion era esastilo (sei colonne in facciata) periptero (le colonne circondavano la cella su tutti e quattro i lati), con 14 colonne sui lati lunghi. Secondo Ateneo il frontone recava il grande scudo della dea in bronzo dorato. Da Cicerone, che elenca gli ornamenti depredati da Verre, sappiamo che aveva decorazioni in avorio, borchie d’oro sulla porta e una serie di tavole dipinte che raffiguravano un combattimento di cavalleria tra Agatocle e i Cartaginesi e 27 ritratti dei tiranni della città.

Attualmente ne restano visibili, sul fianco sinistro del duomo, alcune colonne e lo stilobate sul quale esse poggiavano, in calcare locale, mentre altri resti (tegole in marmo e gocciolatoi a forma di testa di leone) sono conservati nel Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi.

All’interno dell’attuale Duomo sono altresì ben visibili 9 colonne del lato destro del periptero e le due antistanti la cella. Il tempio era stato preceduto da un luogo di culto risalente all’VIII secolo a.C., con un altare portato alla luce negli scavi dell’inizio del XX secolo, e da un primo tempio della metà del VI secolo a.C.

Nel VII secolo fu trasformato in chiesa ad opera dell’allora vescovo Zosimo. La chiesa, di forme bizantine, era dedicata alla Natività di Maria ed inglobava il colonnato del tempio nei muri esterni, mentre nei muri più interni della antica cella furono aperti 8 archi per lato, in modo da realizzare un edificio a tre navate ciascuna conclusa da un’abside sul fondo. Furono anche eliminati i muri che dividevano il vano posteriore (“opistodomo”) dalla cella e questa dal pronao. L’orientamento dell’edificio fu inoltre rovesciato e l’attuale facciata del Duomo occupa il retro del tempio.

In epoca normanna i muri della navata centrale furono innalzati e per aprirvi delle finestre, mentre l’abside fu decorata con mosaici. Il pavimento policromo risale al XV secolo e nel 1518 la navata centrale fu coperta con il soffitto ligneo tuttora conservato. Nel XVI secolo venne inoltre innalzato il campanile.

Danneggiata dal terremoto del 1693, furono eliminate le absidi e il presbiterio fu occupato da un grande altare barocco, opera di Giovanni Vermexio, che riutilizza come mensa d’altare un blocco di architrave dell’antico tempio. Nel 1728 venne iniziata la ricostruzione della facciata danneggiata, in forme barocche, opera di Andrea Palma, conclusa nel 1753. Nel 1757 vi furono aggiunte le statue della “Vergine del Piliere”, di “Santa Lucia” e di “San Marziano”, opera di Ignazio Marabitti, a cui si devono anche le statue di “San Pietro” e “San Paolo” ai lati della gradinata di accesso.

Ringraziamo, dunque, Lucia Iacono più volte protagonista con i suoi scatti d’eccellenza di questa rubrica e vi ricordo, inoltre, che tutti voi potete inviarci le vostre foto all’indirizzo e-mail info@ragusaoggi.it

 

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