L’AVVENTURA DI UN GIOVANE GARZONE DI STAMPERIA

Il Salone Teologico del Palazzo Vescovile di Ragusa ha ospitato nel pomeriggio di ieri uno degli incontri organizzati dall’Unitre di Ragusa per l’anno 2014. Relatore il Sig. Enzo Criscione, il quale relazionandosi con i presenti ha rammentato luoghi, persone e fatti di una Ragusa del passato, ancora viva nei ricordi, legati all’antica “Tipografia V. Criscione”.

Nata nel 1888 con Vincenzo Criscione, nel tempo diede lustro alla sua Ragusa come editore di numerose edizioni di libri e volumetti di autori locali.

Una vasta produzione editoriale, che vanta la pubblicazione del calendario siciliano, che oggi ha raggiunto la veneranda età di 114 anni, e la geniale divulgazione della “Grammatichetta di lingua spagnola”, in un periodo in cui erano numerosissimi gli emigrati in Argentina, a cui servivano i primi rudimenti di una lingua straniera necessari per rendere meno ostico l’impatto con una nuova realtà.

La “Tipografia V. Criscione”, ha vissuto scorci di storia del capoluogo ibleo. Un esempio di spaccato dell’epoca è dato dalle partecipazioni di nozze delle famiglie nobili di Ragusa Ibla, di cui si conservano, ancora oggi, gli originali e, attraverso i quali, è curioso scoprire come queste famiglie favorivano i matrimoni fra consanguinei per intere generazioni, al fine di preservare nel tempo il nome e il patrimonio.

Numerose le stampe di opuscoli religiosi e della prima carta per una nota pasticceria di Ragusa, stampa che ancora non è stata cambiata.

Importante, inoltre, la pubblicazione di opere di autori locali di notevole levatura intellettuale, fra cui il Canonico Nifosì, Eugenio Sortino Trono e Antonio Dell’Agli di Giarratana. Erano tempi in cui gli autori scrivevano con l’intento e il gusto di lasciare un’eredità culturale e durevole ai posteri.

L’attività editoriale dell’epoca non solo come fonte di guadagno, ma anche come mezzo di divulgazione del sapere altrimenti perduto.

Fra un ricordo e l’altro, vengono ripercorse le tappe della vita di un uomo che ha scritto una pagina di storia ragusana, un giovanissimo garzone di stamperia che con tenacia e con un pizzico di genio è riuscito a lasciare il suo ricordo impresso nella memoria di una città.

 

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