L’arte dei muri a secco dichiarata “Patrimonio dell’Umanità”

L’Unesco ha iscritto “L’Arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità.

È quanto si legge in un post sul profilo Twitter dell’organizzazione che si congratula con gli 8 paesi europei che hanno presentato la candidatura: oltre alla Svizzera, Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia e Spagna.

“L’arte del ‘Dry stone walling’ riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secco”, spiega l’Unesco nella motivazione del provvedimento.

Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese.

“Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l’applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo” in cui viene utilizzata, spiega ancora l’Unesco.

Le campagne della provincia Ragusana offrono un panorama particolare, grazie alla miriade di muri realizzati rigorosamente a secco, ovvero senza malta, secondo una tradizione antichissima.
La ragione della fitta maglia di muri a secco va ricercata nella precoce formazione di una classe di piccoli proprietari terrieri, che dalla prima metà del ‘500 frazionarono un immenso feudo e che, manualmente, assieme a numerosi contadini ne delimitarono le nuove proprietà in piccoli e grandi vignali con tali muri a secco.
Il muro a secco è un particolare tipo di muro costruito con pietre di varia forma e dimensione opportunamente incastrate senza uso di leganti o malte di alcun genere.
La campagna ragusana è ricchissima di muretti a secco che, articolandosi sul terreno come una ragnatela, la rendono di spettacolare bellezza, dando comunque, al tempo stesso, un volto inconfondibile al territorio ibleo.

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