LARGO AI GIOVANI! IL CONTRIBUTO DELLE TESI SUL TERRITORIO IBLEO

Abusati in ogni proclama politico e puntualmente disattesi, questi due principi appartengono invece alla gestione della nostra redazione grazie ad un direttore che si spende per i giovani aspiranti giornalisti dando spazio anche a chi non ha “le spalle coperte”, In questa ottica la nuova rubrica che ho l’onore di curare, intende dare visibilità ai neo laureati che si sono distinti grazie a tesi sulla peculiarità della nostra provincia. Un piccolo passo che noi di Ragusa Oggi intendiamo compiere tracciando una direzione nuova in cui il contributo dei giovani talenti sia veramente messo a frutto per una migliore gestione politica ed una rivalutazione culturale del territorio ibleo. Laura Curella

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La tesi sulla riqualificazione e rivalutazione della Vallata Santa Domenica, pubblicata ieri e già cliccatissima, apre una ferita culturale e politica che appanna la gestione della città di Ragusa.

Il futuro del grande “polmone verde” che caratterizza il centro cittadino è stato molto dibattuto in occasione delle ultime elezioni amministrative, tornando a cadere nel dimenticatoio l’indomani delle votazioni. Si dirà che in questo momento di grave crisi economica c’è molto di più importante a cui provvedere, eppure l’abbandono della vallata è antecedente agli ultimi tormentati anni.

Lo studio di Stefano Tumino dimostra quante potenzialità racchiude il luogo in questione e in che direzione intervenire per far sì che uno dei patrimoni più preziosi dei ragusani torni a rivivere.

Nessun grande progetto avveniristico, nessun concorso internazionale altisonante, infine nessun cambio di nome, che sa tanto di “cosmesi” superficiale e irriverente nei confronti della storia della città e del paesaggio ibleo.

La tesi individua, attraverso uno studio sistematico delle peculiarità dei luoghi, piccoli e mirati interventi, alla portata di qualsiasi amministrazione cittadina. “Fissando come obiettivo principale la creazione di un parco auto-sostenibile a basso impatto ambientale – si legge nella presentazione – sono stati definiti vari percorsi e aree tematiche con finalità produttive, didattiche, turistiche, sociali e culturali”. “Il centro urbano, che a Ragusa è fortemente correlato al paesaggio rappresenta la memoria storica della città, essendo caratterizzata dalle antiche latomie, da tracce di vecchi mulini ad acqua e dalla presenza di terreni agricoli (alcuni di essi ancora coltivati), nonché la perfetta connessione verde di Ragusa superiore con Ragusa Ibla”.

Il paesaggio nella sua dimensione antropica, quindi, è la direzione da seguire per carpire l’anima della Vallata Santa Domenica, da leggere come un insieme di segni che rimandano alle relazioni storiche tra i ragusani, il lavoro, l’ambiente terrestre.

Il confronto tra cultura e natura deve necessariamente comportare uno spostamento d’interesse dal territorio alla società, alle sue strutture produttive, alla sua storia, alle sue rappresentazioni.

Un’analisi paesaggistica che può essere applicata a tutto il territorio ibleo e che traccia una direzione ben precisa da seguire: il paesaggio come riferimento costante della società, “lo specchio di noi, del nostro agire, del nostro progettare forme da aggiungere alle forme ereditate”, come ricorda Eugenio Turri in un bellissimo saggio sul paesaggio.

“Oggi più che mai la città ha bisogno di un effettivo punto di riferimento, di un luogo di aggregazione vero”, scrive Stefano.

Noi aggiungiamo che oggi più che mai Ragusa necessita di spunti culturali nuovi, che possano indicare agli amministratori le urgenze materiali ed immateriali che la città richiede di risolvere.

 

 

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