L’ALTRO GIUFA’, IN SCENA I RAGAZZI DEL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE

La collaborazione tra la Fondazione Teatro Garibaldi di Modica e l’Asp di Ragusa, avviata con il protocollo d’intesa siglato nel giugno 2009, si è fatta concreta con uno spettacolo portato in scena dai pazienti del Dipartimento di Salute mentale di Modica. Insieme a loro, sono impegnati alcuni attori delle compagnie del territorio (Daniele Cannata, Alessandra Pitino, Marcello Bruno) e quattro ragazzi del liceo musicale che curano le musiche.
Lo spettacolo, dal titolo “L’altro Giufà”, è andato in scena il 27, 28, 29 e 30 dicembre. Il progetto, curato da Enzo Ruta, continuerà ancora nel 2012.

I ragazzi sono impegnati in un laboratorio d’espressione teatrale che ha come campo d’investigazione il movimento libero dalla logica dello stereotipo e come conseguenza la rottura della quotidianità del gesto. A questo segue la scoperta dello spazio e, di conseguenza, del proprio vicino. Ai ragazzi viene fornito un linguaggio diverso, il gesto, e leggi di comunicazione alternativa, il personaggio.

Lo spettacolo è ispirato alla figura di Giufà, in quanto sintesi dello sciocco e del saggio, che in qualche modo rappresenta il tentativo sempre rinnovato di conquistare una identità e una autonomia. Il passaggio dallo sciocco segna il percorso di ritrovare una propria dimensione in rapporto all’alterità. E nel percorso ognuno trova la propria distanza dall’altro in termini di rispetto, di condivisione di valori, di riconoscimento di valori “altri”. E tutto questo diventa un personale percorso verso una dimensione libera e originale: Giufà è il medium di questo percorso perchè in fondo saggi e sciocchi sono l’anima del mondo.

“Tutta l’esperienza formativa di ciascun essere umano –spiega Enzo Ruta- è costantemente attraversata e costellata da continue presenze dell’altro. Entrare in relazione con l’altro innegabilmente vuoi dire entrare in contatto con un’altra identità, cioè con qualcuno che è diverso”da me. E attraverso questo gesto, oltre a sviluppare maggiore coscienza della mia identità, io posso diventare più ricco, dell’alterità riconosciuta. Eppure a volte, la diversità è spesso vista in chiave negativa, come minaccia della propria identità e per questo la presenza dei diverso frequentemente genera sentimenti di paura, ansia, sospetto. Da qui la nascita dei pregiudizi che a volte muovono un po’ le azioni e i comportamenti di tutti noi e che condizionano le nostre relazioni sociali, ostacolando a volte appunto le opportunità di contatto, incontro, esplorazione, scoperta che sono invece i fondamenti dei rapporto con l’altro da sé”.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it