LA TERZA BANCA PIU’ CHE UN ROMANZO UN SAGGIO

No, mi rifiuto di chiamarlo un romanzo questo splendido e leggibile  sforzo editoriale di Giuseppe Cusumano. Promesso ad Istanbul “appena uscirà” la consegna ufficiale a Poggio del Sole nel corso di una piacevolissima serata con Lorenzo Licitra il giovane,  già famoso, tenore di casa nostra un po’ come il povero Salvatore grandissimo artista in queste ore mal messo per via di un incidente della strada.

E’ un saggio perché Cusumano affonda il suo dialogo, le sue “pitture”, i suoi affreschi in una società forse in via del tramonto, con un’angolazione sociologica, da saggio appunto, da analisi apparentemente estranea ai contenuti storico-culturali ma pienamente validi della nostra società rurale. Un saggio da pieno neorealismo aulico con dialoghi pieni, forbiti, veri. Episodi da Montalbano (senza polizia e senza crimini ci perdoni il maestro Camilleri) che svariano in mille risvolti, piccoli particolari, tanti personaggi descritti con fotografie profonde e vere che ti fanno assaporare il clima, i particolari, i posti in cui si svolgono le vicende dell’autore dove l’autobiografia non è nemmeno nascosta ma tanto prorompente che ti chiedi se esistono ancora quegli angoli di società post-rurale che tuttavia affonda le radici culturali nella nostra terra di Sicilia evoluta e dinamica.

Certo due nottate per leggere il libro sono poche ma mi riprometto di leggerlo un’altra volta con più calma per modificare forse il mio primitivo approccio alla fatica culturale di Cusumano cui vanno i pieni complimenti per un lavoro veramente bello ed originale che ti fa capire chi eravamo, chi siamo e dove andiamo. Come esempio di saggistica di grande spirito descrittivo  come si addice a chi scopre momenti assolutamente non indagati da altri.

 

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