LA STRAORDINARIA INTERPRETAZIONE DI CARLA CASSOLA HA APERTO IERI LA RASSEGNA “10 BUONI MOTIVI PER ANDARE A TEATRO”

E’ andato in scena ieri sera al “Don Bosco” di Ragusa il primo spettacolo della rassegna teatrale “10 buoni motivi per andare a teatro” organizzata da Simonetta Cuzzocrea, Vania Orecchio, Giovanni Dimartino e Sebastiano D’Angelo.

La straordinaria attrice siciliana Carla Cassola ha ieri vestito i panni della protagonista de “Il bell’indifferente” di Jean Cacteau, regalando al pubblico ragusano un’interpretazione intensa e al tempo stesso accattivante.

L’amore impossibile di una donna per il suo uomo, è il tema del testo scritto nel 1940 dall’autore francese che inizialmente aveva immaginato la storia tra due uomini. Per quell’epoca era però impensabile portarlo in scena in quel modo.

Il bell’indifferente è quel tipo d’uomo che lascia parlare la sua compagna senza mai risponderle, che la fa innervosire senza mai dagli conforto. Stanca dei tradimenti e delle umiliazioni subite dall’amante, la protagonista si lascia andare a dei duri e tormentati rimproveri, cercando di scuoterlo, ma l’uomo, interpretato ieri sera dall’attore ragusano Massimo Spata, resta impassibile e silente dinnanzi ad ogni cosa fino a quando va via senza far ritorno.

L’abbandono dell’uomo che tanto ama e che tanto la fa soffrire, immediatamente consegna la donna ad un futuro disperato, triste:  quando si renderà conto che tutto è ormai andato perduto e che l’amore della sua vita non farà mai più ritorno, l’unica via d’uscita possibile a un dolore insopportabile le sembra la morte. Decide così di suicidarsi con un colpo di pistola.

La Cassola nel monologo precedente allo sparo, che è un misto fra amore e odio,  è stata sublime nell’evidenziare la sofferenza e anche la drammatica e folle solitudine in cui può consumarsi il ricordo di un amore che non c’è più. Un lento delirio devastante, in un clima spettrale che abbraccia la disperazione, anticamera del suicidio.

Il testo, ha spiegato poi l’attrice protagonista incontrando il pubblico a fine serata, è stato scritto per Edith Piaf, che lo interpretò al Théâtre des Bouffes-Parisienne: è rimasto un classico assolo che Carla Cassola ha voluto riprendere anche per raccontare il dramma esistenziale di molte donne, ma anche uomini e omosessuali,  che vivono intensamente legati al proprio partner, da cui dipendono in modo viscerale finendo per annullare se stessi.

L’attrice taorminese ha però voluto offrire al suo pubblico di ieri sera una propria chiave di lettura proponendo, oltre al tragico finale previsto da Cacteau, anche uno alternativo: nonostante l’abbandono del proprio amore e il dolore e la sofferenza che ne deriva, la protagonista non decide di uccidersi. Incontrerà invece un altro uomo a cui si legherà mentre potenzierà il suo lato creativo suonando al pianoforte.

“Una lettura diversa che mi piace dare, quasi un consiglio che mi sento di offrire alle donne, ma come detto anche agli uomini – ha spiegato la Cassola – affinché non restino asserviti agli amori ormai finiti distruggendo poi la propria vita”.

“10 buoni motivi per andare a teatro” è una rassegna che è cominciata quindi all’insegna dell’eccezionale interpretazione di un’attrice di impressionante talento e che proseguirà il prossimo 3 dicembre, sempre al “Don Bosco”, con “Andy & Normand” di Neil Simon, con Alessandro Sparacino, Germano Martorana e Carmen Attardi. 

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