LA SICILIA DI GIOVANNI VIRGADAVOLA, CUNTASTORIE PER L’UMANITA’

Giovanni Virgadavola è il nostro “cuntastorie a vita”, patrimonio umano e culturale per il territorio ibleo, per la sua terra tanto amata descritta nella cunta “Chista eni a mò Sicilia” e per chi ama la tradizione dei cantastorie, che egli porta avanti con estrema bravura ed espressività di grande attore. Virgadavola rappresenta la memoria orale di una terra che sembra aver dimenticato l’importanza culturale che riveste questa tradizione: nato a Vittoria, svolge l’attività di contadino e colleziona attrezzi, arnesi e pezzi del mestiere di vero e proprio interesse etnografico, ma è conosciuto soprattutto per la sua attività di cuntastorie, che illustra i suoi racconti aiutandosi con i cartelloni da lui stesso realizzati. E proprio i suoi cartelloni sono in esposizione, dal 21 al 27 luglio, al castello di Donnafugata. Per chi ama la tradizione siciliana dei racconti come quello della “Barunissa ri Carini”, la “Storia ro castieddu ri Ronnafugata”, “A truvatura i Kammarana” e tanti altri, questo è un appuntamento al quale non si può mancare. L’iniziativa, organizzata e promossa da Amedeo Fusco, punta a valorizzare il lavoro di questo personaggio dalla rara genuinità, cercando di proiettarlo verso la realizzazione di un museo del carretto siciliano da lui gestito – nei carretti siciliani, infatti, si raccontavano, attraverso le raffigurazioni in essi presenti, i “cunti” –. «Il castello di Donnafugata – dice Virgadavola – mi ha sempre colpito, anche quando, venticinque anni fa, era completamente abbandonato. È il patrimonio culturale che ci ha lasciato il barone Arezzo, è una gemma del nostro territorio, e grazie alla sua attrattiva la gente viene ad assistere alle iniziative che qui si svolgono, compresa la mia!»

I cartelloni di Virgadavola fungono da vera e propria componente figurativa dei suoi racconti, legandosi ai versi delle “cunte”: «Quando recitavo senza cartelloni, pensai a come attirare l’attenzione dei bambini e mi venne l’idea di realizzare dei cartelloni come un vero e proprio cantastorie. E, tutt’oggi, i bambini vengono ad ascoltare i miei racconti con entusiasmo». Non a caso, una delle cunte preferite di Giovanni Virgadavola è quella intitolata “Chista eni a mò Sicilia”: «L’uomo, il lavoro, la Sicilia, la sua terra, la madre: è un tutt’uno che fa bene al cuore mentre lo si racconta. La quotidianità della vita, la miseria, la ricchezza, che è spesso più miseria della miseria stessa…Ma chi lo sa se la povertà è la mia ricchezza? È proprio questa la mia Sicilia».   

 

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