LA SICILIA DELL’UNESCO: INSIEME OTTERREMO I FONDI PER RIPRISTINARE I CENTRI STORICI

Si è svolto ieri pomeriggio, all’Auditorium Pietro Floridia, il convegno intitolato “L’UNESCO NON BASTA – Prospettive di sviluppo e tutela per i centri storici siciliani”.
L’ iniziativa, promossa dal sindaco di Modica Antonello Buscema in occasione della XIV settimana della Cutura, ha coinvolto le principali figure locali responsabili della tutela del patrimonio artistico-culturale della Sicilia sud-orientale: presenti i Sindaci dei comuni compresi nella Heritage List dell’Unesco e quelli del Distretto turistico del sud-est, oltre alla Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia e le soprintendenze di Catania, Ragusa e Siracusa.
L’obiettivo comune a tutti i presenti è stato subito chiaro e ben preciso: poter riqualificare i diversi centri storici attraverso specifici finanziamenti e piani particolareggiati estesi a tutta l’area, per riconquistare sia la residenzialità delle aree storiche, che la fruizione artistica e turistica di visitatori e appassionati d’arte.
 “La convinzione che (…) un’iniziativa forte debba partire da noi, dai Sindaci, che sappiamo bene cosa vuol dire avere tra le mani tesori ineguagliabili ed essere sostanzialmente, drammaticamente impotenti di fronte alla minaccia del loro degrado”: Antonello Buscema ha aperto così il dibattito, offrendo diversi spunti di riflessione e continuando dicendo che “sappiamo bene pure di cosa abbiamo bisogno, di quali risorse e di quali strumenti, per scongiurarla e per agire in modo responsabile nella custodia e nella valorizzazione di ciò che abbiamo ereditato e di cui dobbiamo dimostrarci all’altezza”.
Il sindaco Buscema ha inoltre sottolineato il ruolo del Parlamento Regionale e quello del Governo nazionale: la soluzione per i centri storici è, a suo avviso, permettere direttamente ai privati di accedere ai contributi per intervenire sugli edifici, iniziando da un censimento generale di quelli degradati; le uniche istituzioni che possono davvero agire per la creazione di finanziamenti per i piani particolareggiati e di corsie preferenziali per l’accesso ai bandi europei sono i Parlamenti, soprattutto quello regionale.
Dello stesso parere è Costanza Messina, vicesindaco di Noto, che ha parlato di punti fermi per quest’anno: aggregazione e un piano di lavoro preciso, aggiungendo quanto sia necessaria una maggiore rappresentanza a livello sia regionale che nazionale.
Un invito diretto all’azione dunque, a qualsiasi livello, affinché i finanziamenti speciali già destinati a Ibla e Ortigia vengano riconosciuti a tutti centri storici Unesco attraverso una legislazione mirata.
Mariella Muti, assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, ha confermato: “I progetti ci sono. Bisogna solo finanziarli” sottolineando l’importanza di ragionare “in termini di Distretto”, di investire in cultura e puntare sul marketing. Parole rilanciate dall’ On. Roberto Ammatuna, che ha proposto lo stop alle battaglie municipalistiche, invitando a pensare in termini di macro aree, al fine di formulare una risposta unitaria.
Anche Riccardo Minardo, presidente della commissione Affari istituzionali, crede nell’importanza di un’azione unificata e propone priorità per i progetti esistenti (ad esempio i PISU e i PIST, Piani Integrati di Sviluppo Urbano e Piani Integrati di Sviluppo Territoriale) ipotizzando un fondo di rotazione per la preparazione di nuovi progetti per cui richiedere il finanziamento.
Parola anche all’On. Pippo Di Giacomo, che ha specificato come la Legge su Ibla sia oggi un elemento emulativo, che rischia però di innescare un meccanismo vizioso di simili provvedimenti isolati, dannosi per il raggiungimento di un’azione organica, anche al di fuori delle province sud-orientali.
Ancora in un’ottica di unitarietà e aggregazione, l’assessore ai beni culturali del Comune di Ragusa, Sonia Migliore ha sottolineato la relazione esistente tra i diversi centri storici, per cui lo sviluppo di uno di questi andrebbe inevitabilmente ad influenzare in positivo lo sviluppo degli altri “per riflesso”, ovvero in quanto parte di un unico sistema territoriale.
Idee chiare e proposte ben precise durante l’incontro di ieri, in un confronto di voci unanimi e ben predisposte. Il tutto passa adesso nelle mani della politica, dell’azione. Quel che è certo è che si tratta di un ambizioso progetto di alto profilo culturale, che potrebbe davvero aprire una nuova strada allo sviluppo del nostro ricchissimo territorio.

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