È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA PROVINCIA DI RAGUSA RACCONTATA ATTRAVERSO UN PERCORSO POETICO-LETTERARIO
11 Gen 2012 19:34
Un convegno sulle eccellenze letterarie iblee da Vann’Antò a Quasimodo, da Bufalino a Serafino Amabile Guastella, fino al caso letterario nazionale, rappresentato da “Terra matta” di Vincenzo Rabito, approfondito dal giornalista di Repubblica Paolo Mauri e seguito dalla proiezione in anteprima del trailer del docu-film tratto proprio dall’opera di Rabito, prodotto da Chiara Ottaviano di Cliomedia per la regia di Costanza Quatriglio, girato in estate a Ragusa e Chiaramonte Gulfi.
Una interessante iniziativa coordinata dalla critica letteraria Elisa Mandarà per raccontare, attraverso gli interventi dei docenti universitari Antonio Di Grado e Nunzio Zago, “la storia di un pezzettino di meridione istituzionalizzato ben 85 anni fa”.
Il prof. Nunzio Zago ha tracciato un quadro generale della letteratura iblea, partendo dagli scrittori del Settecento come Gian Battista Odierna e Tommaso Campailla. Quest’ultimo lavorava per i Grimaldi, come precettore in particolare della figlia Girolama, scrittice di spicco nella Contea di Modica di metà Settecento, capace di “captare i segnali di una sintonizzazione con le correnti letterarie moderne”. Zago ha poi descritto le opere di Antonino Galfo (“poeta che sperimentò tutti gli stili letterari) e di Carlo Amore (“che scelse di privilegiare il dialetto come strumento espressivo forte e diretto”). Ed ancora una donna, Mariannina Coffa, dalla sensibilità assai inquieta e nervosa, oggetto di una riscoperta da parte degli studiosi in funzione di una lettura tardo-romantica, capace di raccontare la condizione sociale di una terra in cui “lo scrivere rende le donne disoneste”. Infine i grandi Serafino Amabile Guastella (“autore di una reinventazione letteraria del ricco materiale folkloristico appartenente all’angolo più meridionale dell’isola”) e Vann’Antò, per passare a Raffaele Poidomani (“scrittore di deliziosi racconti”), Quasimodo, Vittorini e Brancati, autori in cui la terra iblea, i suoi colori, odori, sapori, vengono associati all’infanzia o mitizzati in una Sicilia ancestrale e immobile. Una terra infine definita dal genio letterario di Gesualdo Bufalino, il quale avverte che il fascino discerto e un pò sofisticato di questa appartata contrada esige un viaggiatore intelligente, capace di scoprire le città di Modica, Scicli e Ragusa, apparentemente chiuse come scrigni preziosi, ma in grado di restituire al visitatore sorprendenti attrattive.
Il legame tra Vittorini e Pasolini e Scicli è stato raccontato dal prof. Antonio Di Grado, il quale attraverso la lettura degli autori ha tracciato un percorso poetico capace di raccontare una terra che Pasolini descriveva piena di umanità incontaminata, in cui gli abitanti anelavano ad una vita dignitosa sebbene vivessero una realtà piena di miseria e affanni. “La città più bella del mondo”, di cui Piero Guccione descrive la “luce” mentre Gesualdo Bufalino il “lutto”.
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