LA MATERNITÀ NELL’ARTE DEL ‘900

Il Comune di Milano e la Fondazione Nicola Trussardi inaugureranno questa estate  La Grande Madre, una mostra messa su dal curatore Massimiliano Gioni, .

Attraverso le opere di centoventisette artiste e artisti internazionali e con un allestimento che si estenderà su una superficie di circa 2.000 metri quadrati al piano nobile di Palazzo Reale, La Grande Madre pone l’attenzione sulla rappresentazione della maternità nell’arte del Novecento: dalle avanguardie a oggi.

La storia dell’arte ha sempre posto al centro la figura della madre come simbolo di creatività, dell’arte stessa.

 La Grande Madre sarà una mostra sul potere della donna sia come madre, sia come figura femminile tra emancipazione e tradizione, tra miti e cliché.

La donna qui viene raffigurata  come soggetto e non più solo come oggetto della rappresentazione.

Ad aprire la rassegna, una presentazione dell’archivio di Olga Fröbe-Kapteyn, che dagli anni trenta ha raccolto per tutta la vita migliaia di immagini di donne, madri, matrone, veneri e divinità preistoriche raccolte in una vasta collezione. A seguire si potrà vedere il concetto della maternità divulgata a fine Ottocento dalle fotografie di Gertrude Käsebier e dai film della prima regista cinematografica Alice Guy-Blaché

Le donne sono state anche le protagoniste delle avanguardie storiche, come il Futurismo (attraverso le opere di Umberto Boccioni, Giannina Censi, Valentine De Saint-Point, Mina Loy, Filippo Tommaso Marinetti, Marisa Mori, Regina, Rosa Rosà) e il Dadaismo (con Marcel Duchamp, Picabia , Man Ray, Sophie Taeuber-Arp, Emmy Hennings e Hannah Höch).

Il culto della donna nel Surrealismo sarà riletto mediante la presentazione di cinquanta collage originali da La donna 100 teste di Max Ernst, esposti accanto a opere di André Breton, Hans Bellmer e Salvador Dalí.

Anche le artiste sono state protagoniste  del Surrealismo: sono esposti infatti capolavori di Leonora Carrington, Frida Kahlo, Dora Maar, Lee Miller, Meret Oppenheim, Dorothea Tanning, Remedios Varo, Unica Zürn.

Gli anni Sessanta-Settanta sono stati caratterizzati dalle rappresentazioni di  Magdalena Abakanowicz, Ida Applebroog, Lynda Benglis, Judy Chicago, Eva Hesse, Dorothy Iannone, Yayoi Kusama, Anna Maria Maiolino, Ana Mendieta, Marisa Merz, Annette Messager: dove vengono messi in evidenza i riferimenti biologici che postulano la centralità del corpo femminile.

Durante il periodo del Femminismo Carla Accardi, Joan Jonas, Mary Kelly, Yoko Ono, Martha Rosler, Valie Export descrivono la casa come un luogo carico di tensioni e soprusi mentre Barbara Kruger, Ketty La Rocca, Suzanne Santoro mettono in scena una sorta di guerriglia che critica gli slogan e i messaggi dei mass media contro le donne.

Negli anni Ottanta artiste come Katharina Fritsch, Cindy Sherman e Rosemarie Trockel mescolano generi e riferimenti iconografici al tema della maternità attraverso la pittura e scultura a sfondo religioso.

Negli anni Novanta Rineke Dijkstra ritrae madri e figli a poche ore dal parto, Sarah Lucas compone sculture e bricolage dalle forme più strane e Catherine Opie documenta la vita e i desideri delle comunità gay e sadomaso di Los Angeles.

Pittrici come Marlene Dumas e Nicole Eisenman rappresentano la maternità come una forma di  liberazione o condanna.

Nathalie Djurberg, Robert Gober, Keith Edmier, Kiki Smith, Gillian Wearing vedono tanto nella tecnologia quanto nella biologia prospettive inedite attraverso cui superare le vecchie distinzioni di genere.

La mostra La Grande Madre sarà impreziosita dalla presenza delle opere di Jeff Koons, Thomas Schütte, Nari Ward ,Thomas Bayrle, Constantin Brancusi, Maurizio Cattelan, Lucio Fontana e Kara Walker.

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