È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA GRANDE MURAGLIA CINESE D’ORO
09 Gen 2012 20:39
Con la caduta del Muro di Berlino e in successione dell’URSS, molti imprenditori e uomini della grande finanza videro grosse possibilità di arricchimento. L’introduzione di una economia capitalista negli ex paesi del blocco comunista comportò grandi possibilità di crescita per le industrie Occidentali. Da una parte accrescendo le vendite con nuovi potenziali acquirenti, dall’altra acquistando per pochi soldi le risorse di questi paesi e in ultimo, processo tutt’oggi in atto, aprendo o traslocando industrie e imprese nell’Europa dell’Est, attratti dalle poche spese e dalla mano d’opera pericolosamente economica.
Anche il mondo del vino partecipò a questo processo. Un processo quello del vino, che ha riguardato l’apertura di nuove aziende, piuttosto che la nascita di nuovi consumatori pronti ad acquistare i vini prodotti nell’Europa Occidentale. Effettivamente, se si esclude lo Champagne e poche altre etichette blasonate, in quanto associate a chi possiede denaro, gli altri vini prodotti nel blocco Occidentale non trovarono un vero e proprio nuovo mercato. Da una parte, alcuni di questi paesi dell’Est non erano mai stati in passato grandi consumatori di vino, dall’altra perché i paesi invece consumatori di vino sono anche quelli che oggi producono vini molto economici e che producevano, con grossi limiti a livello qualitativo, vino anche sotto il blocco comunista.
Probabilmente furono pochi allora che capirono quale sarebbe stato il vero mercato dove accrescere le vendite. Ironia della sorte, il sistema economico Occidentale oggi necessita proprio di un paese socialista per poter sopravvivere. La Cina, infatti, è diventata una risorsa anche per le nostre aziende agricole. In special modo per quelle nel settore del vino.
La Cina, a differenza dei paesi del ex blocco comunista, non ha una tradizione importante del vino, ma è sempre più interessata a questo prodotto. E sebbene esistano produttori di vino in Cina, essi non soddisfano l’enorme potenziale di consumo. A differenza della Russia, la Cina non è solo interessata alle grandi etichette, che comunque hanno trovato qui un mercato importantissimo, ma bensì al vino, che è diventato o sta diventando un prodotto di consumo giornaliero. Mentre in Europa si beve sempre meno vino, in Cina se ne beve sempre di più.
L’apertura di questo mercato ha provocato delle conseguenze non indifferenti. L’aumento incontrollato dei prezzi delle grandi etichette, ha reso sempre più difficile per un europeo acquistare queste bottiglie: in primis Bordeaux. Dall’altra però, le aziende che annaspavano a vendere i loro prodotti nel mercato locale, spesso, ma non sempre, perché si trattava di vini sotto la soglia della sufficienza, hanno trovato un bacino dove indirizzare le loro vendite.
Nella Cina odierna hanno trovato, però, un mercato anche aziende con prodotti decisamente interessanti, ma poco conosciuti o totalmente sconosciuti. Aziende ignorate dalle guide o dalle riviste specializzate, che sopravvivevano a stento o rischiavano il fallimento.
Ora, sono i prodotti di queste aziende sconosciute alle guide che in futuro consumeremo. Le aziende che s’impongono e si imporranno nel mondo del marketing e della comunicazione, sono le prime a cui la Cina rivolgerà la sua attenzione e di conseguenza sono quelle che subiranno una maggiore crescita dei prezzi.
Certo acquistare vini da una azienda, di cui non si è mai sentito parlare, ha pure i sui rischi. Non bisogna escludere l’ipotesi che una azienda sia ignorata dagli organi d’informazione specializzati nel settore, proprio perché la sua produzione è effettivamente mediocre. Il consiglio, quando si acquista una etichetta da una azienda a noi sconosciuta, è quello di iniziare dai prodotti base o, meglio, dal vitigno tipico del luogo o, se vi è, dalla DOC locale. Nel momento in cui ci convincono questi prodotti, si può considerare di provare anche prodotti meno tipici o dal costo più elevato.
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