LA DONNA È MOBILE!

 

Ibla all’inizio del secolo scorso era, dal punto di vista amministrativo, separata da Ragusa Superiore (aggettivo odioso per i sui abitanti, ma che si limitava ad una costatazione riguardante soltanto l’aspetto dell’altitudine).

I due paesi, vicini, ma rivali e concorrenti in tutto, erano collegati dalla così detta “Strata o Priculu” e dagli scalini tanto numerosi quanto i giorni di un anno, (la strada che da Santa Maria porta alle Anime Sante del Purgatorio sarà realizzata negli anni Trenta).

Jusu ( il termine dialettale per indicare Ibla) era un paese tranquillo.

Nelle strade e nelle pazze principali abitavano le famiglie aristocratiche che davano lavoro artigianale o agricolo al resto della popolazione.

Ovviamente si conoscevano, più o meno tutti , e chi rivestiva un ruolo pubblico come il parroco, il segretario comunale, il maresciallo dei carabinieri, il comandante dei vigili urbani era considerato con molto rispetto.

A quei tempi i matrimoni erano combinati e il giovane che voleva fidanzarsi con una ragazza doveva, attraverso un sensale, mandare la richiesta di matrimonio al padre.

In dialetto quando una ragazza veniva richiesta in matrimonio si diceva : “Ci mannau… il tal dei tali.”

Un giorno in piazza Duomo si incontrarono due fratelli, Giorgio che faceva il cameriere in un circolo e Corrado, muratore, entrambi avevano più di una figlia in età da marito (all’epoca 18 anni, o anche meno).

Corrado era contento e non vedeva l’ora di comunicare al fratello una novità, ma c’erano dei conoscenti che si avvicinavano per salutarli e attaccare bottone e, quindi, non poteva parlare.

Quando finalmnte rimasero soli, Corrado disse. “ U sai ca u frati ro parricu ci mannau a mo figghia Vannina?” Giorgio, allarmato: “E tu chi facisti?”   “Ci rissi ri sì, u picciottu è buonu, travagghia, è frati ri parricu…”  “Maria, Maria ma chi fissaria ca facisti,  ma chi nun u sai che è ‘na m. ri mari! “

“Raveru mi rici? Mentri a taliallu pari unu buonu, è luoncu, biddazzu. Certu iu nun u canusciu buonu pirchì sugnu  sempri a travagghiari, no comu a tia ca o circolo canusci tanti  genti e sai i cosi ri tutti! Menu mali ca ancora nun u sapi nuddu, …ma comu puozzu fari, chi fiura ci fazzu ccu iddu… pari bruttu…. a mo parola accussì nun vali nenti… e chi mala parti pp’o patri parricu!”

“A chi ti manca muoru, ci rici ca i fimmini …u sai u Rigolettu: la donna è mobile qual piuma al vento. A to figghia ci ha pinzatu… nun è tantu cumminta… i picciuotti i ‘sti tiempi, nun è comu na vota…ca faciueunu chidu ca vulienu i patri…”

Corrado si allontanò, confuso, sudato, non sapeva come affrontare la situazione. Ma non poteva dare la figlia in moglie a un idiota! Che nipoti sarebbero potuti nascere!?

Tornato a casa, si confidò con la moglie, parlarono alla ragazza che tutto sommato era la meno coinvolta perché, dati i rapporti dell’epoca fra i giovani dei due sessi, lo conosceva appena.

In fondo non c’era nemmeno bisogno di fare la brutta figura col fratello del parroco, e così fu richiamato il sensale latore della proposta di matrimonio e gli fu fatto il discorso del …Rigoletto.

Qualche settimana dopo Corrado in piazza apprese dagli amici che il fratello del parroco aveva chiesto in matrimonio la figlia di suo fratello Giorgio e già era avvenuto u’ trasitu, cioè  due giovani erano fidanzati ufficialmente…

 

 

N.d.r. Il fatto è veramente accaduto nei termini in cui è stato narrato.

Traduzione del dialogo per chi non conosce la lingua ragusana.

“Lo sai che il fratello del parroco ha chiesto in matrimonio mia figlia Giovannina?”

“E tu che hai fatto?”

 “Gli ho detto di sì, è un bravo ragazzo, lavoratore, è fratello del parroco…”

“Maria, Maria, che fesseria hai fatto, ma non lo sai che è un idiota?”

“Dici davvero? A guardarlo sembra una persona come si deve, è alto, di bell’aspetto. Certo io non lo conosco bene perché sono sempre a lavorare,. Mentre tu al circolo incontri tanta gente e sai i fatti di tutti! Meno male che ancora non lo sa nessuno…ma come posso fare… che figura ci faccio con lui… una brutta figura, la mia  parola  a  questo punto non vale niente! E che offesa al parroco!”

“Non ti mancherà il modo, tu dici che le femmine.. lo sai il Rigoletto La donna è mobile qual piuma al vento. Tua figlia ci ha ripensato..non è molto sicura di sé…i ragazzi di oggi non sono come quelli di una volta che obbedivano ai padri…”

Trasitu era la presentazione ufficiale in casa della fidanzata a tutti i parenti.

 

 

Laura Barone

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