È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA DISCESA DEI MAGIARI NELLA VALLE DEI CARPAZI
30 Gen 2011 07:15
Ne abbiamo visitati di musei nella nostra lunga vita giornalistica! Me nessuno ci ha impressionato come il museo etnoantropografico di Opusztaszer nei pressi di Budapest che abbiano visto nel corso di una nostro reportage europeo con otto nazioni partecipanti. Immaginate di trovarvi nella valle di Poloc nei Carpazi su un’altura dalla quale si domina tutto il panorama a 360 gradi e da dove scendono le tribù dei Magiari alla conquista della pianura dell’attuale Ungheria. Immaginate di assistere alla “calata” di questi popoli “barbari” con gli eserciti in avanscoperta e con regine, dignitari, cavalieri e guerrieri al seguito alla ricerca di una terra dove insediarsi facendo man bassa di casupole, animali, insediamenti di popoli locali da sottomettere.
Tutto questo è il museo panoramico, uno della quarantina al mondo, ma tanto bello quanto spettacolare realizzato per una superficie lunga circa 120 metri ed alta una decina. Lo spettacolo è immenso e benedetti sono i sette euro di ingresso che vi fanno assistere ad uno degli spettacoli più affascinanti del mondo. Li in quei mille metri quadrati di pittura costati due anni e mezzo di lavoro di tre artisti, danneggiati durante l’ultima guerra mondiale e poi restaurati è racchiusa la storia (ma anche la leggenda) della nascita dell’’Ungheria ad opera dei Magiari poi diventati i precursori della cultura mitleuropea tanto da diventare una nazione e propria punta di diamante di parte del continente.
Questo spettacolo non si può documentare fotograficamente ma era il caso di macchiarsi di qualche piccola-grande disubbidienza tanto che i nostri lettori possono vedere ben tre foto “rubate” al museo con la speranza del perdono perché tutto sommato ci sembrava giusto far vedere questo capolavoro anche a loro. Fate voi!
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