LA DIPENDENZA PATOLOGICA DAL GIOCO. ASPETTI SOCIALI, SANITARI E LEGALI

Il gioco d’azzardo è un fenomeno che investe in maniera pesante anche la provincia di Ragusa. L’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute intende fare piena luce a tal proposito. Per questo motivo il direttore, don Giorgio Occhipinti, ha promosso sabato pomeriggio nella parrocchia di San Giovanni Battista, a Santa Croce Camerina, la conferenza sul tema: “La dipendenza patologica dal gioco. Aspetti sociali, sanitari e legali”.  Dopo l’introduzione di don Occhipinti, ad esporre la problematica è stato Santi Benincasa, medico di medicina generale dell’Istituto superiore per le scienze cognitive di Enna. 

Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo del comportamento che, anche se rientra tuttora nella categoria diagnostica dei disturbi ossessivo-compulsivi, ha in realtà una grande attinenza con la tossicodipendenza, tanto da rientrare nell’area delle cosiddette “dipendenze senza sostanze”.

Il giocatore patologico, infatti, mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco.

Nell’era multimediale, poi, il giocatore d’azzardo cambia faccia: chiunque sia in possesso di un computer, di un collegamento a internet e di una carta di credito può essere un giocatore compulsivo. Il gioco on-line è estremamente pericoloso proprio perché, dalla solitudine della propria casa, il giocatore non ha freni, né inibitori né di tipo pratico. Viene in questo modo a mancare anche la funzione socializzante del gioco, che diviene un rituale solitario e, dunque, una compulsione. Anche qui, come nelle altre net-patologie, si crea un circolo vizioso in cui il soggetto rimane incastrato, trascurando i rapporti sociali e familiari.

 

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