LA DIMENSIONE DEL FENOMENO DIABETE IN ITALIA

 Una vera e propria “maglia nera”, così ha definito l’Istat la vertiginosa percentuale di persone con diabete per un totale di oltre 3.268.000 persone. Erano poco più di 2,9 milioni, secondo i dati 2011. Sempre secondo l’ISTAT, la percentuale di persone con diabete era del 4,9 per cento nel 2011 e del 3,4 per cento nel 1993, con un aumento di oltre il 60 per cento negli ultimi 20 anni. L’AMD-Associazione Medici Diabetologi ha stilato la classifica delle regioni italiane per numero di persone con diabete, evidenziando quanto questa malattia cronica sia un problema sociale gravoso nel sud, dove è percentualmente più presente, ma veda la popolazione con diabete equamente ripartita tra nord, centro e sud del Paese.Al primo posto la Lombardia con oltre 533 mila malati su una popolazione di 9,7 milioni, in linea con la percentuale nazionale; al secondo posto la Campania con oltre 334 mila persone con diabete, ma con una popolazione pari a poco più della metà della Lombardia. La terza in classifica è la Sicilia con 290 mila abitanti con diabete (su 5 milioni complessivi), davanti al Lazio, con 286 mila malati e una popolazione di 5,5 milioni. “La cosa che preoccupa ancora di più – ha commentato Gianna Miceli – che i casi reali sono probabilmente più numerosi di quelli evidenziati dall’ISTAT. Basti pensare, infatti, che ogni 2-3 persone con diabete ce n’è uno che lo è senza saperlo e, applicando questa stima, si dovrebbe aumentare del 30-50 per cento il numero dei malati, portando gli italiani con diabete non lontano dalla soglia dei 5 milioni. Per questo motivo, non ci stancheremo mai di affermarlo, la prevenzione è indispensabile, soprattutto per il diabete di tipo 2 che è legato principalmente ad errati stili di vita.” Intanto a Roma si è svolto  dal 29 maggio al 1 giugno, il XIX Congresso Nazionale AMD che ha visto la partecipazione di oltre 2.000 diabetologi ed esperti provenienti dall’Italia e dall’estero, per discutere di quella che anche nel nostro Paese può essere ormai considerata una vera e propria ‘epidemia’.

 

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