LA CUCINA IBLEA SI AFFACCIA SU MALTA

Molti progressi sono stati fatti nella provincia di Ragusa negli ultimi anni nell’ambito della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera.

Un flusso turistico che molto deve alla fortunata serie del commissario Montalbano ispirata ai romanzi di Andrea Camilleri. Ma se lo scrittore  dà ampio spazio e grande importanza al ruolo che ha il cibo sia per il personaggio sia nella cultura siciliana, non si può dire che altrettanta importanza hanno dimostrato la maggior parte dei ristoratori della provincia.

La parte del territorio meno coinvolta dal flusso turistico rimane tuttora nella fattispecie ancorata a un’idea della ristorazione decisamente mediocre, se non quando truffaldina. Penso alla zona costiera, dove mangiare bene del pesce è decisamente un’impresa: nella migliore delle ipotesi vi verrà servito del salmone affumicato (proprio tipico delle parti nostre), nella peggiore delle ipotesi una pepata di cozze affogata nell’olio e asfissiata da quantitativi esagerati di aglio e peperoncino. Molto meglio la ristorazione nell’entroterra, ma anche qui non è difficile imbattersi in cucine mediocri, di cui si sarebbe potuto fare a meno: una pasta alla norma con le melanzane bollite per esempio.

Non mancano però le eccezioni, che fortunatamente sono sempre più numerose. Una di queste è la Locanda di Don Serafino a Ragusa Ibla.

Il ristorante di Antonio e Giuseppe La Rosa è riuscito, grazie all’eccellente lavoro dello chef Vincenzo Candiano e a una giovane e informata mentalità imprenditoriale, a ottenere il massimo riconoscimento della ristorazione: la Stella Michelin. La cucina è caratterizzata da piatti innovativi, ma costruita con ingredienti quasi esclusivamente isolani.

La carta dei vini ha una amplissima scelta, ma soprattutto non sono vini unicamente siciliani. Interessante la presenza di vini sloveni, ma forse una maggiore scelta di produttori etnei sarebbe auspicabile. Ottima l’idea dei wine testing (degustazione di vini guidata) e della carta dei sigari da accompagnare con una variegata scelta di distillati. L’attenzione al cliente è grandissima e certamente non tutti i ristoranti se la possono permettere, ma neanche vorremmo tutti i ristoranti così. Il problema sta nel fatto che moltissimi ristoranti che si pongono nella stessa fascia della Locanda di Don Serafino deludono poi le aspettative, arrivando, in certi casi, a delle vere e proprie frodi.

Non è questo il caso del ristorante di Antonio e Giuseppe La Rosa, dove la ricerca della qualità e dell’ampia scelta è la priorità. Adesso i proprietari della Locanda di Don Serafino hanno deciso di aprire a maggio, nel casinò Dragonara a Saint Julian nell’isola di Malta, un ristorante con lo stesso nome di quello di Ragusa Ibla. Certo parlare di espansione all’estero suona un po’ strano, visto che, con le parole dei proprietari, è “facile raggiungere Malta. Più facile che arrivare a Palermo”. Ma la location riscontra due fattori a suo favore: il primo è che la vicinanza alla provincia rende molto semplice l’approvvigionamento di prodotti anche freschi dell’isola; il secondo punto è l’apertura ininterrotta dalle 12 alle 24 del ristorante, in un casinò dove certo non mancano i soldi.

 

 

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