LA CICALA E LA FORMICA

Il Salone Annunziata di Chiaramonte Gulfi  diventa palcoscenico morale per bambini e adulti presenti allo spettacolo realizzato dall’associazione teatrale naveargo.

Il testo e la regia sono state curate da Iridiana Petrone: formica e coccinella sulla scena; Fabio Guastella che  svolge il ruolo di cicala e scarafagetto; musiche originali di Giuseppe Nicolosi; scenografia e illustrazione di Ermelinda Nuzzarella; costumi di Concetta Cannizzaro; organizzazione generale di Fabio Navarra.

L’opera teatrale prende spunto da una favola di Esopo cambiando le coordinate di scambio tra i personaggi e di conseguenza la morale finale del chi nulla fa, nulla ottiene.

Il primo dialogo tra i due personaggi principali, formica e cicala, si basa sull’accusa della formica contro l’oziare e cantare inutile della cicala, con cui non si potrà alimentare e superare l’inverno; al tempo stesso la cicala insegna alla formica il valore della poesia, dell’arte, dell’emozione, di come il lavoro non  può essere fonte di felicità per l’anima ma che va cercata nell’amicizia, in tutto ciò che crea un’emozione.

La cicala diventa un risveglio interiore per la formica, il cui unico impiego era quello di lavorare, lavorare, lavorare senza godere della magia che esiste nell’universo.

La formica scopre l’importanza dell’amicizia e come questa sia in grado di sostenere l’altro in situazioni di difficoltà, diventa una luce che fa risplendere di meravigliosi colori ogni momento; non a caso la cicala e la formica diventano amici e sarà proprio quest’ultima ad offrire un riparo caldo al povero amico infreddolito, che contribuirà a espandere nella sua dimora la conoscenza della bellezza dell’arte, della poesia, della musica oscurate dalla televisione, dai videogiochi e dall’assenza di comunicazione.

Uno spettacolo che utilizza l’ironia e il linguaggio infantile per colpire nel profondo e per esaltare ciò che è essenziale; ci sono valori che le nuove generazioni stanno perdendo per pigrizia e per incomunicabilità generata dai mezzi elettronici, il teatro diventa maestra di vita che lancia un messaggio forte di cambiamento e di crescita spirituale.

Come disse il grande Edoardo de Filippo: “Lo sforzo disperato che compie l’uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro”.

 

 

 

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